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Inaugurata a Busalla (GE) una piazza a Padre Rocchi – 17ott13

Si è svolta il 20 luglio 2013 a Busalla (Genova) la cerimonia di intitolazione di una piazza a Padre Flaminio Rocchi, attigua a via Fiumani. Nel primo dopoguerra la piccola località ligure accolse degnamente ben 3.000 esuli, in particolare fiumani e lussignani. Il sindaco Mauro Valerio Pastorino dedicò nel 1999 un libretto a questi suoi attivi concittadini. Attualmente il Consiglio comunale è presieduto dal fiumano Giuseppe Paolo Bastianutti.

 

Nato nel 1913 a Neresine (Lussino), Flaminio Rocchi entrò in seminario a 12 anni quando ancora portava il cognome Soccolich. Dopo aver seguito il suo percorso scolastico-religioso a Venezia, Chiampo, Vittorio Veneto e Monselice, nel 1937 fu ordinato sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori venendo assegnato alla Provincia Veneta.

 

Dal ’37 al ’40 studiò storia e sociologia all’Università di Lovanio, dal ’40 al ’43 lettere e filosofia all’Università di Bologna. Fra il ’43 e il ’48 fu cappellano militare prima in Sardegna, poi in Corsica (a fianco dei militari sloveni), quindi sull’isola di Gorgona (in un commando americano) e infine a Bracciano (con i soldati italiani).

 

Nel 1948 iniziò una sempre più intensa attività a favore dei profughi istriano-fiumano-dalmati promuovendo misure legislative di sostegno, conducendo trasmissioni radiofoniche, dirigendo il collegio “Figli dei Profughi” all’EUR di Roma (la futura “Casa della Bambina” del Quartiere Giuliano-Dalmata), dirigendo l’Ufficio Assistenza dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, nonché operando quale membro delle Commissioni Interministeriali per i Danni di Guerra e i Beni Abbandonati.

 

Fu anche presidente del comitato culturale dell’Associazione per lo Studio del Problema Mondiale dei Rifugiati, oltre che membro della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria, della Commissione Iustitia et Pax dell’Ordine dei Frati Minori, dell’Organizzazione Internazionale Emigranti (IRO), del National Catholic Welfare Conference e della Pontificia Opera di Assistenza.

 

Scrisse anche due libri, il più noto dei quali è “L’esodo dei 350.000 giuliani, fiumani e dalmati”. A Roma visse per decenni presso la comunità francescana spagnola dei Santi Quaranta a Trastevere, prima di trasferirsi negli ultimi tempi dal fratello Giuseppe nel Quartiere Giuliano-Dalmata. Morì nel 2003.

 

da L’Arena di Pola – ottobre 2013

 

 

 

Una parte della mostra allestita a Roma dalla famiglia Rocchi in occasione del centenario della nascita

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