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In Serbia, sulle orme dei Romani (Ansa 25set13)

Nell’anno della cultura, la Serbia punta a fare conoscere i suoi legami con la grande storia del passato. Dall’Antica Roma al Medioevo, fino alla presenza Turca. Crocevia di commerci e ponte tra Oriente e Occidente, per secoli la Serbia è stata un’importante zona di confine dell’Impero romano.

Dall’Antica Roma al Medioevo, fino alla presenza Turca. Crocevia di commerci e ponte tra Oriente e Occidente, per secoli la Serbia è stata un’importante zona di confine dell’Impero romano.

Qui nacquero e vissero ben 16 imperatori. E sempre qui, proprio sul Danubio, venne posto il limes, la linea di difesa del territorio dell’Impero: un impressionante paesaggio archeologico fatto di fortificazioni militari e una rete di strade che servivano a collegare le zone distanti dell’impero costellavano un tempo il paesaggio.

Oggi il Limes sul Danubio potrebbe entrare a fare parte del Patrimonio mondiale Unesco grazie all’attività di dieci Paesi rivieraschi, uniti – dalla Foresta Nera al Mar Nero in Romania – dallo scorrere delle sue acque e dall’essere stati ex Province romane. A circa 250 chilometri a Est di Belgrado, a Gamzigrad, si estendono le rovine del palazzo imperiale di Felix Romuliana, costruito dall’imperatore Galerio all’inizio del IV secolo.

Circondato da torri possenti collegate da gallerie un tempo finemente decorate, il sito si estende su 6,5 ettari e nel 2007 è entrato a fare parte della Lista dei beni Unesco Patrimonio dell’Umanità. ‘‘Oltre al palazzo dell’imperatore, con i suoi mosaici, le porte impressionanti e i suoi bagni, vi erano ospitati diversi edifici, tra cui il tempio di Giove, il tempietto di Romula e tre chiese del IV secolo’’, racconta il direttore del museo e del sito di Romuliana Felix, Bora Dimitrijevic. Gli scavi, iniziati esattamente sessant’anni fa, nel 1953, hanno riportato alla luce i resti del palazzo con vestiboli, atri, pavimenti e affreschi. La particolarità di questo sito, prosegue Dimitrijevic, ‘‘è dovuta alla presenza del complesso sacrale ubicato sul monte Magura.

Esso comprende due mausolei e due monumenti in forma di tumuli che indicano il luogo dove furono bruciati sul rogo l’imperatore Galerio e sua madre Romuliana. ‘‘Nei Balcani – spiega il direttore – sono gli unici due tumuli di questo genere. Sembrerebbero essere stati ripresi dai Persiani’’. Oggi la valorizzazione dell’intero sito di Romuliana va avanti e, in particolare, quella del monte Magura. E’ recente, infatti, l’inaugurazione della strada che porta ai tumuli sacri. Sotto Romuliana, si trovano ancora 2 mila metri quadrati di mosaici coperti. Tra i reperti più belli che sono stati ritrovati nel corso del tempo, invece, si contano i due mosaici di Dionisio e il Labirinto, entrambi custoditi nel Museo nazionale di Zajecar (a circa 11 chilometri da Romuliana), e la testa in porfido rosso egiziano di Galerio che si trova a Roma, al Colosseo. Non lontano dalla città di Pozarevac, si trovano invece i resti di Viminacium, uno dei primi accampamenti militari romani sul Danubio.

Tra i principali siti archeologici dell’Europa sud-orientale, Viminacium risale alla fine del I secolo ed era una delle città più importanti della Provincia romana di Mesia (di cui faceva parte l’attuale Serbia), divenuta poi capitale della Mesia Superiore e distrutta dagli Unni. La città venne interamente ricostruita nel VI secolo dall’imperatore Giustiniano che ne fece una roccaforte militare. Proprio quest’anno, in occasione delle celebrazioni per i 1700 anni dell’Editto di Milano con cui l’imperatore Costantino I pose ufficialmente termine a tutte le persecuzioni religiose, proclamando la neutralità dell’Impero nei confronti di qualsiasi fede, la città di Nis (dove nacque l’imperatore) sarà sede dei festeggiamenti conclusivi che avranno luogo fra qualche settimana. Da Naissus, l’antica città di Nis, passavano le principali vie che collegavano la parte occidentale alla parte orientale dell’Impero romano e nel III secolo, la città divenne un importante centro commerciale, oltre che luogo di produzione dell’argento e delle armi.

Il periodo di massimo splendore di Naissus fu sotto Costantino. I resti della città si trovano sotto la fortezza di Nis e lungo le rive del fiume Nisava. Le lapidi funerarie sono invece esposte all’interno della fortezza, mentre il ritratto in bronzo dell’imperatore Costantino è conservato al Museo Nazionale di Serbia a Belgrado, di cui si attende la riapertura. I gioielli, le statuette di bronzo, i piatti, le monete e un busto ornamentale femminile in bronzo – che forse rappresenta l’imperatrice Teodora – sono invece visibili nel Museo Nazionale di Nis. Poco distante dall’antica città di Nis, a 5 chilometri da Niska Banja, si trovano i resti della splendida residenza reale costruita da Costantino. All’interno del grande complesso di Mediana (circa 40 ettari) sorgevano la villa imperiale, circondata da un colonnato aperto, residenze estive, terme e altri edifici. Nel pieno splendore imperiale, le sale erano state decorate con pavimenti a mosaico (650 metri quadrati), meravigliosi affreschi e statue in marmo.

Il mosaico raffigurante Medusa e alcune sculture (in tutto 12 reperti) sono stati trasferiti al Museo Nazionale di Nis.

(fonte www.ansa.it 25 settembre 2013)

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