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In autunno marcia della pace sui tre confini (O.B. 12 mar)

Di Alessandro Capuzzo*

"Condivido in pieno le nobili intenzioni della Marcia Mondiale della Pace che mi vedrà presente. Ma siamo ai ferri corti con la Croazia per il problema del confine, che cerco di convogliare verso la Corte di giustizia dell'Aia, prima che sul Dragogna in Istria scorra il sangue. Ora si prova con una mediazione della Commissione europea, che mi auguro di cuore vada a segno, ma temo che il litigio elevato dai politici a livello di popolo non rientrerà così presto".

Queste le parole del deputato europeo Sloveno (appartenente alla minoranza italiana) Aurelio Juri, intervistato dopo l'adesione del Presidente Croato Mesić alla Marcia mondiale della Pace e della Nonviolenza, che nel tratto mediorientale e balcanico passerà per Croazia, Slovenia e Italia a novembre.

Negli stessi giorni, esponenti di associazioni degli esuli istriani venivano separati fisicamente dalla polizia, da gruppi di nostalgici titini presso la foiba di Lokve in Slovenia vicino a Trieste. Il fatto dimostra quanto confine, con tanto di filo spinato, vi sia ancora nelle nostre teste.

Come sosteneva Paolo Rumiz sul "Piccolo" il 10 febbraio scorso, in occasione della Giornata del Ricordo, l'Italia dovrebbe chiudere le pendenze che pesano sui rapporti trilaterali; ad esempio pubblicando la relazione della Commissione storica italo-slovena, sulle vicende intercorse a cavallo del confine nel secolo scorso. Relazione che snocciola dati e cifre sulla portata reale del dramma di foibe ed esodo, non consentendo speculazioni ed esagerazioni di sorta.

Per questi motivi il Comitato organizzatore triestino ha proposto al presidente Napolitano, di patrocinare l'ingresso in Italia della Marcia mondiale di Pace a Trieste. La Presidente del Cile Bachelet ha già aderito alla Marcia, come Stijepan Mesić e il Presidente della Regione Istria Jakovčić. Altre autorevoli adesioni stanno arrivando da Desmond Tutu, al Dalai Lama e a molti personaggi dello sport, spettacolo e cultura.

Al Presidente della Repubblica di Slovenia Türk, chiederemo di patrocinare la Marcia nel nome di Danilo Dolci, tre volte candidato al Nobel per la Pace, nato nel '24 a Sežana da padre italiano e da madre slovena; precursore della lotta nonviolenta alla mafia in Sicilia. Per contribuire anche a stabilire un clima di definitiva riconciliazione fra i rispettivi Stati, legati non più da contrapposizioni storiche ma da ideali e prospettive comuni.

La carenza di obiettività riscontrata su fatti della nostra storia, può valere per la valutazione di altre situazioni nel presente. Dopo la strage di Gaza appare a tutti evidente quanto politica, diplomazia ed eserciti siano insufficienti ad affrontare i conflitti. Sperare nella nuova Presidenza Usa non basta. Bisogna mettere in campo nuove iniziative, rendere attuale l'opera di King, di Gandhi e Mandela, porre le basi di un modello di Difesa Mondiale a venire, e conquistare il sostegno attivo delle istituzioni. Anche l'Italia, con la scuola di Capitini, Dolci, don Milani ed altri, sta lavorando a questo obiettivo.

Per questi motivi è stato richiesto anche al Presidente Napolitano, di riconoscere la validità dell'ideale nonviolento radicato nella cultura e nella legislazione italiana. Il patrocinio alla Marcia Mondiale di Pace e la sua eventuale presenza, con Danilo Türk e Stjepan Mesić il 7 novembre a Trieste, potrebbe favorire il dialogo costruttivo fra e con le istituzioni, sia in Italia, che in Slovenia e Croazia.

 

* Alessandro Capuzzo è coordinatore del Progetto ICDP per il Friuli Venezia Giulia. Quest'articolo è stato scritto per la rivista edita nell'abito del progetto Infoeas interventi civili di pace e ruolo del volontario nei processi di prevenzione e contenimento dei conflitti, realizzato da Servizio civile internazionale, Un Ponte per…, AssoPace, Archivio Disarmo, IPRI, Rete CCP, Comunità Papa Giovanni XXIII, Associazione Reorient, Rete Lilliput, cofinanziato dalla DGCS del Ministero degli Affari Esteri.

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