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IMPRONTE DIGITALI: I DUBBI DI ALESSANDRIA

Con riferimento alla proposta, del Ministro dell'Interno, di rilevare le impronte digitali ai bambini Rom ed al dibattito che ne è seguito, in data 07 luglio 2008 viene divulgato il Comunicato Stampa del nostro Presidente nazionale On. Lucio Toth, con il quale si ricorda che nel dopoguerra una circolare del Ministro dell'Interno Scelba, ordinava il rilevamento delle impronte digitali di tutti gli Esuli, i quali si sottoposero a detta ordinanza "per patriottismo e senso di disciplina…". Il Comunicato termina così: "Gli esuli istriani sono i primi a contrastare ogni discriminazione su base etnica. Ma non si sollevino polemiche inutili su precauzioni che si possono rivelare necessarie."
Quindi per il nostro Presidente il rilevamento delle impronte digitali ai bambini Rom si può rivelare precauzione necessaria.
Il giorno successivo, 8 luglio, l'On. Carlo Giovanardi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, commenta favorevolmente il comunicato del nostro Presidente: "Ancora una volta gli esuli istriano-dalmati hanno dato una lezione di saggezza e dignità….."
Sin qui i fatti.
In data 11 luglio sul sito internet dell'A.N.V.G.D. nazionale leggo quanto segue:
"Lo scorso 7 luglio la Presidenza nazionale dell' ANVGD ha emesso un comunicato stampa relativo alle impronte digitali che nel 1949….".  "A sostegno di quanto contenuto nel comunicato ecco alcuni stralci dai libri di Padre Flaminio Rocchi e i titoli del nostro giornale "Difesa Adriatica" di allora."
Mi appresto con curiosità a leggere cosa il compianto Padre Rocchi scrisse nel libro "L'Esodo dei 350 mila Giuliani, Fiumani e Dalmati" , a sostegno del comunicato della Presidenza:
" Un giorno del giugno 1949 un brigadiere e due carabinieri si presentano a Spoleto all'Arcivescovo Radossi…." profugo istriano per rilevargli le impronte digitali. " E' un episodio amaro e offensivo tanto che il 15 giugno 1949 Mons. Radossi scrive a De Gasperi, Presidente del Consiglio dei Ministri, la seguente lettera: " vengo a sapere proprio in questi giorni che il Ministro dell'interno (Mario Scelba) con la circolare del 15 maggio 1949 N. 224/17437 ha ordinato a tutti gli uffici politici delle Questure di effettuare al più presto un accertamento individuale di tutti i profughi giuliani e dalmati residenti in Italia, istituendo per ognuno una scheda segnaletica con relativa fotografia ed impronte digitali. Qui ci troviamo di fronte ad un fatto inspiegabile. Vostra Eccellenza nel discorso tenuto recentissimamente a Trieste ha detto: " gli Esuli Istriani portarono in tutte le terre d'Italia l'esempio del loro eroico sacrificio" e il Suo Ministro adotta una misura che si traduce in un atto di sfiducia umiliante nella forma più cruda per chi ha già tanto sofferto. La prego di provvedere al ritiro immediato della suddetta circolare che, riconfermata, rivelerebbe mancanza di tatto politico e specialmente di carità evangelica non compatibile con un governo democristiano. La prego, inoltre, di non nominare noi poveri Esuli Istriani nei Suoi discorsi: il commento migliore al nostro profondo dolore è il silenzio…." De Gasperi, arrabbiatissimo, fa ritirare subito la circolare e manda una lettera di scuse a Mons. Radossi.".
Questa, di Mons. Radossi, è una vera lezione di saggezza e dignità. Non vi pare?. Qualcuno riesce a spegarmi dove sta il sostegno al comunicato stampa del nostro Presidente?
Gli Esuli si sottoposero al rilevamento delle impronte digitali non per " patriottismo e senso di dsciplina", ma perchè vi furono obbligati.
Rilevamento delle impronte che il Vescovo Profugo Radossi definì "amaro e offensivo" che rivela "mancanza di tatto politico" e di "carità evangelica". Che pregò De Gasperi di non nominare i "poveri Esuli Istriani nei suoi discorsi". Se Mons. Radossi disse queste parole verso un provvedimento che riguardava gli adulti, chissà che avrebbe detto per il rilevbamento delle impronte ai bambini.
Attendo una Vostra risposta o commento: Cordiali saluti.
                                                                                                                      Il Segretario A.N.V.G.D. Comitato di Alessandria-Tortona 
Michele Ventura

 

I due fatti essenziali sono che:
a) ai nostri profughi furono rilevate le impronte digitali in base alla circolare Scelba e non si sottrassero a tale atto.
b) la circolare Scelba fu ritirata quando il rilevamento delle impronte e la schedatura dei profughi era stata completata.
E' quindi evidente che il ritiro delle circolare si verificò quando essa era già stata completamente applicata, ovvero quando il suo ritiro non comportava più alcuna conseguenza reale.
E' anche ovvio che le associazioni dei profughi protestarono insieme a Mons. Radossi, perché in quel caso si trattava di cittadini italiani, senza alcun sospetto di attività illecite, senza alcuna notizia di reato, senza che fatti o sospetti potessero giustificare in alcun modo il provvedimento. Inoltre si trattava di una ulteriore
umiliazione nei confronti di una popolazione già abbondantemente vessata dai fatti di guerra e dall'esodo.
Nulla toglie però al fatto che i profughi si sottoposero al rilevamento delle impronte senza sottrarsene.
Il senso dei due comunicati, quindi, tende a evidenziare che non è la prima volta in Italia che viene utilizzato il rilevamento generalizzato delle impronte (come invece
sostiene Famiglia Cristiana). Inoltre il Presidente Toth ha espresso l'opinione che vi possono essere casi estremi in cui un provvedimento così drastico può essere necessario per motivi di pubblica sicurezza.

 

 

 

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