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Immobili croati, i buoi sono già scappati (La Voce del Popolo 23 lug)

di Dario Saftich

A febbraio dovrebbero cadere gli ultimi vincoli burocratici che rendono tuttora dura la vita ai cittadini dell'Unione europea che intendono acquistare immobili sul territorio della Croazia. Passata la scadenza prevista dall'accordo di associazione e stabilizzazione tra Zagabria e l'Europa comunitaria i cittadini dei Paesi UE saranno equiparati a quelli croati. Il Governo di Ivo Sanader non appare intenzionato a puntare i piedi e a chiedere rinvii del termine per la liberalizzazione del mercato immobiliare. La piattaforma negoziale inviata all'attenzione del Comitato nazionale per il monitoraggio delle trattative di adesione con l'Unione europea è chiara: l'Esecutivo di Zagabria che deve già fare i conti con le richieste europee nel campo della riforma della giustizia e della ristrutturazione della cantieristica non vuole aprire nuovi fronti con Bruxelles e appare deciso a rispettare la scadenza del primo febbraio del 2009 riguardante il segmento immobiliare. Del resto continuare a frapporre ostacoli burocratici e amministrativi agli acquirenti europei servirebbe a ben poco: equivarrebbe a chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati. E la fuga degli animali in questione è stata davvero "precipitosa" in quanto da tempo gli stranieri in genere (e non solo i cittadini dell'UE) hanno fatto incetta di immobili, in particolare di quelli più attraenti lungo la costa, ricorrendo a stratagemmi vari, tra cui il più frequente è stato quello di costituire aziende alle quali poi intestare le case. Non per niente si parla di circa 45mila case per le vacanze acquistate da cittadini di altri Paesi. La liberalizzazione di febbraio, naturalmente, riguarderà solo i cittadini dell'UE, non tutti gli stranieri. Poco importa però, dal lato pratico, in quanto chi ha i soldi riesce e farsi aprire tutte le porte: non per niente già ora le agenzie immobiliari nelle zone turistiche espongono le loro offerte sempre più in lingua russa. Il motivo è ovvio: sono i tycoon russi quelli che guardano ai mari caldi più degli altri e che dispongono dei contanti necessari per accaparrarsi gli immobili più ambiti. Se oggi c'è un freno serio anche per gli europei sul mercato immobiliare croato quello non è sicuramente rappresentato tanto dalla pastoie burocratiche quanto dai prezzi di case e appartamenti per le vacanze volati alle stelle. Non c'è più spazio per affari d'oro. Per nessuno. La liberalizzazione di febbraio, comunque, agevolerà i piccoli investitori esteri, magari coloro che intendono comprare casa nella terra degli avi e che tentennano perché temono di insabbiarsi nel pantano della burocrazia ministeriale.
Zagabria, persa da tempo la battaglia per "difendere" le case dall'"invadenza" straniera, vorrebbe almeno ottenere una moratoria di dodici anni sull'acquisto dei terreni agricoli da parte degli stranieri. A spingere in questa direzione è soprattutto il partito contadino. Ma anche in questo caso gli analisti non sono troppo convinti della necessità di… battere il pugno sul tavolo. La liberalizzazione del mercato anche nel segmento agricolo farebbe salire il prezzo dei terreni coltivabili, riducendo l'interesse degli stranieri per gli stessi. E poi ogni divieto è un'arma a doppio taglio. Gli ostacoli per l'acquisto frapposti agli stranieri si rivelani ostacoli per la popolazione domiciliare che intende vendere al miglior offerente e ottenere un prezzo adeguato…

 

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