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Immagini dalla dissoluzione della Jugoslavia (Il Piccolo 19 ott)

“Aftermath Changing cultural landscape – Tendenze della fotografia post-jugoslava 1991-2011“ è una prima assoluta. Per la prima volta, infatti, un’esposizione si prefigge di dare un quadro geograficamente completo delle tendenze della fotografia d’impegno “civile” post-jugoslava nel periodo che va dal 1991 al 2011. Un periodo che riprende anni cruciali, quelli seguenti alla dissoluzione dell’entità politica e storica che, passando per diversi assetti istituzionali, amministrò il territorio della penisola balcanica occidentale nel corso del XX secolo.

 

Il progetto di questa prima esposizione collettiva – che è stato fortemente voluto dall’assessorato alla Cultura del Comune di Pordenone, promotore insieme a Photon, Centro per la fotografia contemporanea di Lubiana, con la collaborazione del Craf, Centro di ricerca e archiviazione della fotografia di Spilimbergo – per la sua rilevanza ha ricevuto attenzione e sostegno da un’ampia gamma di istituzioni e sponsor. “Aftermath. Changing Cultural Landscap” – che sarà inaugurata sabato 27 ottobre alle 18 nello spazio espositivo di via Bertossi, dove resterà allestita fino al prossimo 20 gennaio 2013 – riunisce trentasei autori per circa centosessanta immagini in rappresentanza dei sette stati risultanti dalla drammatica suddivisione di questa macroregione europea: Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Kosovo, Macedonia, Montenegro, Serbia e Slovenia.

 

La mostra raccoglie le riflessione artistiche intorno ai cambiamenti sociali che hanno segnato, in modo così fatale, l’intero territorio della ex Jugoslavia. La creatività riprende i diversi effetti dei processi di transizione che hanno completamente e brutalmente cambiato la vita dell’individuo, siano essi le guerre sanguinose degli anni Novanta e le loro conseguenze dirette o indirette, le mutazioni economiche radicali con il loro forte impatto sul clima sociale oppure i nuovi valori sociali che ne sono conseguenti. Nell’intendimento di esprimere una visione critica sull’attuale (e passato) stato d’animo delle persone e delle genti, gli artisti prendono in esame la realtà quotidiana per adattarla alla propria aspirazione artistica.

 

Il punto di partenza principale delle opere esposte è la relazione tra il vecchio e il nuovo. L’acquisizione delle graduali mutazioni all’interno di uno spazio e di un tempo individuali e l’effetto delle ideologie sul più ampio paesaggio sociale e fisico. La mostra sarà affiancata da una ricca attività di eventi collaterali programmati con le principali realtà culturali di Pordenone (Centro Iniziative Culturali Pordenone, Cinemazero, Irse, pordenonelegge.it, Teatro Verdi, Thesis), nell’ottica di un vero e proprio ‘sistema’ che riunisca le eccellenze culturali del territorio.

 

Già nel giorno dell’inaugurazione, spazio al primo tra gli eventi collegati: alle 18 il momento inaugurale sarà accompagnato dal fisarmonicista Vladimir Denissenkov, in un appuntamento curato dal Verdi. “Books across Balkans” è la lettura di Aida Talliente musicata dal gruppo folk-rock Arbe Garbe che martedì 6 novembre Cinemazero proporrà nella sua sede. Giovedì 15 novembre, il Ridotto del Verdi ospita la lettura scenica di Massimo Somaglino, su testo di Michele Obit, “Come una breccia nel muro, racconto su una poesia di frontiera”, in un appuntamento organizzato da Thesis. Due gli incontri-dibattito curati dall’Irse: il 29 novembre (auditorium Casa Zanussi) in programma “Europa del disincanto”, con lo storico dell’Europa centrale Francesco Leoncini; giovedì 6 dicembre il docente di Roma Tre Giacomo Tinelli interverrà su “Dove vanno i Balcani?”.

 

Laura Strano

“Il Piccolo” 19 ottobre 2012

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