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Il Tricolore sul Sabotino non si tocca (Il Piccolo 06 nov)

LETTERE

Leggo con stupita costernazione la dichiarazione dell’avvocato Terpin (Slovenska Skupnost), il quale, testualmente, dice al Piccolo del 4/11: «In Slovenia non ci sono state reazioni alla riaccensione del Tricolore anche se credo sia stata una mossa che può creare delle controreazioni. Rimettere la bandiera senza coordinarsi con la parte slovena, è sbagliato».

Ma siamo impazziti? Sarebbe come se Nova Gorica chiedesse il permesso prima d’issare la Bandiera con il Tricorno! Sarebbe giustamente un’offesa verso tutto il popolo sloveno, una cosa inaccettabile.

Voglio ricordare all’avvocato Terpin ed alla minoranza slovena di Gorizia che siamo in Italia, che Gorizia è italiana, e che sul monte Sabotino, terra Italiana, il Tricolore ha tutto il diritto di sventolare o di restare acceso senza dover chiedere il permesso a nessuno, anche perché il monte Sabotino è definito Suolo Sacro alla Patria dal 1919 per il sangue Italiano versato affinchè Gorizia ritornasse alla Madre Patria, e quindi è equiparabile a Redipuglia o ad Oslavia. O forse si vuole cancellare il Tricolore dappertutto?

Una cosa a mio avviso sensata è stata ribadita invece dal consigliere comunale Livio Bianchini, che conosco e saluto, il quale auspica a cavallo del confine sul Sabotino una serie di pili con le bandiere italiana, slovena ed europea.

Ecco, questo sarebbe un gesto di unione; la moltiplicazione dei simboli è indice di democrazia, mentre la cancellazione di un simbolo non lo può essere mai.

Roberto Buffolini, Gorizia

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