È stato domato l'enorme incendio che durante la notte aveva lambito la periferia di Dubrovnik, l'antica Ragusa classificata patrimonio mondiale dall'Unesco, nell'estremo sud della costa dalmata, e lo stato d'emergenza è stato revocato. Secondo fonti ufficiali l'incendio è stato posto sotto controllo nella mattinata, quando hanno potuto intervenire tre canadair, anche se i vigili del fuoco e l'esercito stanno ancora lavorando per spegnere roghi di minori dimensioni. Tutta la zona coinvolta, della lunghezza di circa venti km, è ora sorvegliata a vista, da terra e da aria, per prevenire nuovi incendi. Non ci sono stati feriti, eccetto qualche persona con graffi e contusioni. Quasi 30 vigili del fuoco, dei 300 impegnati accanto ai 600 volontari, hanno riportato lievi ustioni. Uno è invece grave, ma fuori pericolo di vita. Hanno preso fuoco una decina di case, tutte peròdisabitate, mentre è totalmente bruciata una vasta area di macchia mediterranea. L'incendio è divampato dalla vicina Bosnia e da sabato imperversava sui monti sovrastanti Dubrovnik fino ad acquistare vaste proporzioni nella notte tra domenica e lunedì. Alimentate dal forte vento, le fiamme si sono avvicinate ai quartieri periferici dove è risuonato l'allarme incendio. Gli anziani e i disabili sono stati trasferiti temporaneamente in un rifugio anti-incendio, allestito in una fortezza medievale. Domenica sera nel momento in cui le fiamme lambivano le prime case della «perla dell'Adriatico», era risuonato l'allarme generale, che ha ricordato a molti i tragici anni della guerra nel 1991 quando la città medioevale era sotto assedio. Le linee telefoniche con Dubrovnik hanno subito nella notte numerose interruzioni, mentre le cittadine vicine di Cavtat e Zupa Dubrovacka sono rimaste senza luce elettrica e alcune arterie importanti sono state chiuse al traffico, come pure l'aeroporto internazionale. I numerosi turisti, di cui alcune migliaia di italiani, erano al sicuro dato che le strutture alberghiere sono in maggioranza situate sulla costa.
