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Il ricordo dei ”Muli” del ”Tommaseo” (2) (Voce del Popolo 06 set)

Il primo anno io frequentai il "Tommaseo" di Brindisi come Allievo conseguendo la Maturità scientifica. Poi – essendo la mia Famiglia ancora a Fiume – fui assunto come Istitutore dove rimasi per altri quattro anni. Come me, furono assunti anche altri Muli, e tutti eravamo carenti nell'adempiere le nostre funzioni. Ci aiutò molto l'esperienza che avevamo fatto da Allievi con i nostri Istitutori, che era gente in gamba uscita dalla mitica Farnesina – equivalente alla odierna Bocconi in rapporto alle altre Università italiane – scelta dal Regime per formare i Cadetti dell'Accademia navale. Il loro motto era "pancia in dentro e petto in fuori" curando la nostra educazione basata soprattutto sull'ordine e sul rispetto dei regolamenti.

Noi invece, tenuto conto che eravamo della stessa pasta profuga, non ci limitavamo solo all'osservanza della disciplina ma nei pomeriggi del doposcuola aiutavamo i ragazzi anche nelle traduzioni, nella matematica, nella letteratura, eccetera, avendo inoltre molta attenzione al loro comportamento. Insomma, rispetto agli Istitutori che avevamo avuto noi, noi ci sentivamo fratelli maggiori dei nostri Allievi e quindi con maggiori obblighi.

A me furono affidati i più piccoli, quelli delle Medie, tra i quali Sergio Endrigo e Donato Fino. Due caratteri diversi: Fino impulsivo ed estroverso, Endrigo molto calcolato e prudente, per cui il secondo non riceveva mai nemmeno la più semplice punizione al contrario del primo. Endrigo sapeva mimetizzarsi nel mucchio, cioè tirava il sasso e nascondeva la mano, mentre Fino non solo esplodeva ma anche interveniva in difesa di qualche altro Muletto con critiche al mio operato. Fin già quella volta aveva la generosità nel cuore, e quello che aveva dentro lo esternava senza falsi atteggiamenti. Il ragazzo mi piaceva per la sua esuberante schiettezza e lealtà e un bel giorno lo promossi a Caposquadra, e lui svolse quel compito ottimamente non mancando tuttavia di riprendermi quando qualche mia decisione lui non la condivideva, ma sempre nei giusti termini e nel corretto rapporto Allievo-Istitutore.

Un’intervista per la RAI

Passati i ragazzi alle Superiori, mi alternavo tra quelli che avevano scelto sia lo Scientifico che il Nautico. Qualche anno fa la signora Zanini della RAI di Trieste mi intervistò e mi disse: "ma via, qualche occhio lei lo chiudeva". Le risposi scandalizzato che in quei tempi non si dovevano chiudere gli occhi; noi eravamo la loro Famiglia e noi avevamo il dovere di curare il loro impegno e il loro comportamento. L'affetto che i miei "muletti" mi portano ancora oggi mi conferma che a Brindisi anche noi Istitutori-Profughi abbiamo ben operato.

Il coraggio e la tragica fine di un Mulo esemplare

Doveva essere alla fine degli anni '50 che Fino ottenne il suo primo imbarco come Comandante della "Luisa Rivelli”, una carretta che fuori di Augusta per pulire le sentine, si incendiò e quattro marinai rimasero intrappolati in stiva. Donato Fino si lanciò in loro soccorso ma rimase soffocato dal fumo e perì insieme ai quattro poveri marinai. I giornali di tutta Italia scrissero pagine intere per dire che quel tipo di disgrazie succedevano ormai troppo sovente, ma nessuno scrisse che il generoso Comandante era uscito dal "Tommaseo". Il funerale si svolse il 14 agosto di quell’anno, a Monterosso, nelle Cinque Terre, vicino a la Spezia, dove Fino aveva residenza e famiglia. Vi andai col caldo che faceva col mio doppiopetto blu, camicia bianca e cravatta, per rispetto del mio eroico Allievo diventato Eroe civile. Tutta la poca gente mi guardava e si domandava chi era mai "costui", mentre io cercavo inutilmente qualche Mulo, in primis l'Endrigo perché loro erano stati molto legati.

Alcuni dei Muli in carriera

Tra i Muli che hanno raggiunto una vetta molto importante e significativa, Mario Cervino, Ammiraglio dell'Aeronautica, il Segretario Generale della "Libera Unione dei Muli del Tommaseo" Ervio Dobosz, fiumano. Ervio ha cominciato come Dirigente uomo d'affari alla guida di imprese nazionali del settore della pesca e in questa sua qualità è stato capace di emergere a livello nazionale al punto di essere eletto Presidente della Federpesca italiana e da qui Presidente della Europesca, cioè di tutto il settore che sedeva al tavolo della Commissione Europea di Bruxelles. Nel solco della continuità giuliana, egli parla cinque lingue e – dopo esser stato Presidente della Pesca Europea dal 1986 al 2002; ripeto Presidente di una primaria Organizzazione europea per ben 16 anni – recentemente ne è stato eletto quale Presidente Onorario essendo considerato il massimo degli Esperti su piazza. Aggiungo ancora il compianto Generale Corpo d'Armata Franco BETTIN, anche lui fiumano, che è stato Comandante in Capo di tutto l'Esercito italiano del Nord-Est. Purtroppo nelle nostre Assemblee abbiamo sempre evitato di distinguerci tra Muli eccelsi e Muli in gamba, ma Ratzenberger, Dobosz, Bettin e gli eroici Varisco e Fino – un'altra bandiera garrisce al vento ed è quella di Celio Vallone, anche lui fiumano, Fisico-nucleare, che fu capo della Spedizione italiana in Antartide.

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