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Il Piccolo – 210607 – Lubiana: niente fondi in più per la TV italiana

Dopo il no del consiglio dei programmi a un finanziamento aggiuntivo di
177mila euro. Si prospettano tagli del personale e trasmissioni ridotte

Tremul: boicottate radio e tv in italiano

Attacco del presidente dell'Unione al rifiuto di Lubiana di sostenere le due
emittenti

Il Consiglio dei programmi della Radiotelevisione di Slovenia ha infatti
bocciato senza mezzi termini la richiesta del Comitato dei programmi
italiani – rilanciata a Lubiana dal rappresentante della minoranza nel
Consiglio, il presidente della giunta esecutiva dell'Unione italiana
Maurizio Tremul – di garantire per il 2007 un finanziamento aggiuntivo di
177.000 euro per le due testate. Era la somma necessaria per mantenere
l'attuale ampiezza e qualità delle trasmissioni e per potere assumere due
giornalisti, in modo da rimediare almeno in parte alla cronica carenza di
personale dovuta ai pensionamenti degli ultimi anni.
Nemmeno con questo finanziamento aggiuntivo, del resto, la spesa complessiva
per i programmi italiani nel 2007 avrebbe superato la cifra del 2006.
Ciononostante, né il Consiglio né la direzione dell'Ente hanno dimostrato
disponibilità a garantire questi mezzi.
Se i programmi italiani dovranno essere tagliati, sostiene Maurizio Tremul,
questa sarà una chiara violazione dei diritti acuisiti della minoranza ma
anche una violazione degli impegni assunti dalla Slovenia e ribaditi
pubblicamente dagli esponenti del governo. Per Tremul, che definisce la
situazione molto seria, all'interno della Radiotelevisione slovena si sta
facendo una politica di austerity selettiva, che colpisce principalmente le
testate italiane. Come se non bastassero queste pessime previsioni per
autunno, il 2008 si prospetta ancora più duro. Con marzo, infatti, partirà
il canale parlamentare di Tv Slovenia, e il programma italiano di Tv
Capodistria rischia lo «sfratto» dal satellite, attualmente occupato in
«coabitazione» con le dirette dal Parlamento di Lubiana.
La trasmissione dei programmi di Tv Capodistria via satellite, ricordiamo, è
stata finanziata con mezzi italiani e aveva contribuito al rilancio
dell'emittente minoritaria, che dalla prossima primavera potrebbe però
nuovamente perdere visibilità. Per evitare che succeda tutto questo, ossia
che si perdi visibilità e che si verifichino tagli ai programmi, è
necessaria un'azione di tutte le istituzioni della minoranza italiana, ma ci
vuole anche – è convinto Tremul – un chiaro segnale della nazione madre,
l'Italia.
Nel corso della riunione del Consiglio, Tremul ha ribadito il suo punto di
vista anche sulla pretesa, avanzata dalla direzione dell'Ente, di
sollecitare la Croazia a contribuire al finanziamento di Tv e Radio
Capodistria, visto che le emittenti, questa la tesi della direzione, operano
«in funzione degli italiani in Croazia». Un eventuale cofinanziamento è
benvenuto, è convinto Tremul, ma il problema è stato posto in modo
sbagliato, perché quello che le due testate stanno facendo è un servizio per
gli italiani che sono cittadini sloveni, e che anche in base alla legge
sulla Rtv di Slovenia hanno diritto, tramite le testate minoritarie, a
mantenere i contatti ed essere informati sull'attività dei connazionali,
dunque anche degli italiani che vivono in Croazia, oltre che ovviamente su
quanto avviene in Italia. La riunione del Consiglio dei programmi della
Radiotelevisione di Slovenia ha confermato che Tv e Radio Capodistria stanno
per affrontare un periodo di grande incertezza.

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