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Il Piccolo – 161007 – UE: sì a Croazia ma con accordo zona ittica

BRUXELLES La Ue torna ad avvisare Zagabria: l'adesione della Croazia all'Europa
è subordinata alla risoluzione del contenzioso con Italia e Slovenia sulla
zona ittica. Superato infatti questo nodo, la Croazia potrebbe essere uno
dei Paesi che entreranno nell'Unione europea a tempo da record. A patto che
venga però trovata una soluzione al problema della pesca che coinvolge le
realtà vicine. E se, per ora, il contenzioso con Italia e Slovenia sulla
pesca nell'area dell'Adriatico (dichiarata «zona protetta» da Zagabria) è
rimasto nelle retrovie, la battaglia è annunciata per i prossimi mesi.
Nessuna delle parti coinvolte, infatti, sembra disposta a cedere: Italia e
Slovenia si oppongono all'applicazione del divieto di pesca a tutti gli
Stati membri, perché violerebbe l'esenzione che hanno ottenuto finora grazie
a un accordo politico del 2004; la Croazia, invece, vuole mettere il bando
su tutti i pescherecci in nome della «non discriminazione».
«È importante trovare un accordo prima di procedere con l'adesione: la
Commissione Ue si propone come mediatore», ha detto il commissario Ue
all'Allargamento, Olli Rehn, spiegando di essere sorpreso per la decisione
unilaterale del Parlamento croato di estendere il divieto di pesca in
violazione dell'accordo del 2004. Da parte sua, il ministro croato ha
assicurato che le trattative trilaterali continueranno, anche se per ora non
esiste alcuna convergenza.
Bruxelles segue con grande attenzione la delicata controversia e attende che
possa essere archiviata in tempi brevi. «Dobbiamo trovare una soluzione al
più presto» ha detto il commissario europeo alla Pesca, Joe Borg,
interrogato dai cronisti a Bruxelles. «In caso contrario – ha aggiunto –
dovremo trovare una soluzione nell'ambito del processo di adesione affinché
i principi soggiacenti la politica della pesca – come ad esempio il
controllo, che rientra nella competenza degli Stati membri – non debbano
essere messi a repentaglio perché c'è una sorta di zona grigia».
Il suo auspicio è «che la Croazia, insieme agli Stati membri in questione e
alla Commissione europea, possa collaborare per trovare una soluzione che
permetta una gestione adeguata dell'attività di pesca in quella zona
dell'Adriatico». In questo modo, ha precisato, «potremo anche garantire una
pesca sostenibile evitando di trovarci confrontati in una zona controversa,
dove non sarebbe possibile svolgere dei controlli con tutti i problemi che
ciò comporterebbe».
Al centro della controversia c'è un divieto di pesca in una zona
dell'Adriatico che Zagabria ha reso «area di protezione ecologica» nel 2004
e che finora non è mai stato applicato a Italia e Slovenia. Ma il Parlamento
croato ha deciso che dal gennaio 2008 non farà più alcuna eccezione per
nessuno.
Il cammino della Croazia verso l'ingresso nell'Unione europea prosegue
intanto senza interruzione: sono stati aperti ufficialmente la scorsa
settimana altri due capitoli dei negoziati di adesione. I capitoli
riguardano la Sanità e la Protezione dei consumatori e le relazioni esterne.
Con questa nuova tappa, il numero dei dossier croati aperti presso la Ue
salirà a 14 (su 35), un record rispetto alla Turchia che, nello stesso
periodo (cioè dall'ottobre 2005 a oggi), ne ha aperti soltanto quattro.
E sempre in relazione all'avvicinamento della Croazia all'Europa c'è da
rilevare che Zagabria potrebbe aderire alla Nato già nell'aprile del 2008.
Lo ha reso noto il miniso degli esteri croato, Kolinda Grabar-Kitarovic.
Oltre alla Croazia anche Albania e Macedonia sono in lista d'attesa per
entrare nell'Alleanza atlantica. I tre paesi firmatari della «Carta
Adriatica» sperano di ricevere a Bucarest un invito a diventare membri della
Nato, ha dichiarato il ministro alla stampa, con riferimento al prossimo
appuntamento di Bucarest. Al termine di un colloquio con Grabar-Kitarovic,
il sottosegretario di stato aggiunto statunitense Rosemary DiCarlo ha
confermato l'appoggio degli Stati Uniti alla candidatura dei tre paesi.
«Appoggiamo le aspirazioni dei tre paesi candidati a entrare nella Nato – ha
detto – faremo il nostro possibile per fare di loro i migliori candidati
possibili fin dall'aprile 2008».

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