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Il Piccolo – 100807 – Fosse comuni del 1945 a Maribor

I fatti risalgono al maggio 1945. L’eccidio era noto ma solo oggi lo storico sloveno
Ferenc quantifica il probabile numero dei morti.
Conterrebbero resti di 15mila soldati e paramilitari ex iugoslavi oppositori di Tito
Ben sapendo, Churchill, a che sorte sarebbero andati incontro, in massima parte, i
prigionieri. La stima sul numero delle vittime è stata fatta dallo storico sloveno
Mitja Ferenc, che in questi giorni con la sua squadra sta sondando la zona. Delle
fosse di Tezno si sapeva da tempo, ma le ricerche erano state interrotte nel 1999,
quando nelle vicinanze cominciò la costruzione dell'autostrada. Nei giorni scorsi i
sondaggi sono continuati ed è stata scoperta l'esistenza di una trincea anticarro,
lunga più di 500 metri, larga da quattro a sei, praticamente imbottita di ossa delle
vittime del 1945. I resti, come in altre fosse simili, si trovano tra un metro e
mezzo e due metri e mezzo di profondità. «Sulle cifre è difficile speculare – ha
ammesso Ferenc – ma dal numero e dalla disposizione delle ossa, si calcola che per
un metro di lunghezza del vallo sono stati stipati fino a 18 cadaveri, il numero
definitivo delle vittime potrebbe essere anche superiore alle 15.000».
Se così fosse, è convinto Joze Dezman, lo storico che presiede la Commissione
governativa slovena incaricata di scoprire le fosse comuni nelle quali sono finite
le vittime degli eccidi del dopoguerra, Tezno sarebbe il luogo del massacro più
grave del dopoguerra in Europa, peggio anche di Srebrenica, dove nel luglio del 1995
l'esercito serbo uccise ottomila musulmani.
Più di 60 anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale, continuano dunque anche
in Slovenia a emergere particolari sui fatti del dopoguerra, coperti dal silenzio
praticamente fino al 1990. Nella primavera del 1945, le formazioni militari
collaborazioniste dell'ex Iugoslavia, dunque ustascia e domobranzi croati, cetnici
serbi e montenegrini e domobranzi sloveni si erano ritirati in Austria, insieme a
numerosi civili, per consegnarsi alle forze alleate ed evitare le temute vendette e
rappresaglie dell'esercito titino. Il premier britannico Churchill, però, non si
fece tanti scrupoli e consegnò alle truppe jugoslave decine di migliaia di
prigionieri.
Era l'8 maggio del 1945. Da Bleiburg, in Carinzia, molti non tornarono mai più a
casa. Furono giustiziati senza processo e gettati nelle fosse comuni: a Tezno ma
anche nel Kocevski Rog e in altre centinaia di luoghi sparsi un po' dappertutto in
Slovenia, come pure in Croazia. Presso Maribor, in base ai documenti e agli oggetti
finora ritrovati, la maggior parte delle vittime era di nazionalità croata. Secondo
alcune testimonianze (i testimoni stanno contattando i ricercatori anche in questi
giorni) nelle fosse di Tezno sarebbero state gettate anche donne e bambini, ma
finora non c'è alcuna prova che ciò sia realmente avvenuto, perlomeno non nella zona
in cui sono attualmente in corso gli scavi.
Sul luogo oltre agli esperti sloveni si trovano in questi giorni anche ricercatori
croati. Secondo alcuni di loro – ma le cifre sono giudicate eccessive da buona parte
degli storici – a Tezno potrebbero essere state sepolte addirittura 60.000 persone.
Chi in questi giorni opera nella zona è convinto che si debba continuare a sondare.
I mezzi ci sono, spiegano da parte slovena, ma resta da vedere se nel Paese esiste
il clima giusto per cercare la verità fino in fondo.
Perplessità di questo tipo sono state espresse anche da parte dei ricercatori
croati. Per i sopravvissuti del maggio 1945, a Zagabria sono ancora vivi alcuni dei
responsabili degli eccidi di quel periodo.

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