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Il nuovo libro di Anna Maria Mori (Il Piccolo 12 mag)

Da ”Nove per due” di Anna Maria Mori pubblichiamo l’inizio del primo capitolo, per gentile concessione della casa editrice Marsilio.

di ANNA MARIA MORI

Ore 17 e 30
«Complimenti, signora lei aspetta un bambino».
Sono andata da sola allo studio medico per fare il controllo. Ed esco da sola. Sola, sul marciapiedi che corre parallelo a una strada, sul Lungotevere, dove scorre, come sempre, un serpente ininterrotto di macchine, mi scopro a piangere. Piango silenziosamente e mi dico che non capisco perché. Perché questo bambino l’ho cercato, l’ho voluto, l’ho deciso. E piango.
Le lacrime mi offuscano la vista, cammino meccanicamente, e le lacrime mi fanno da corazza: sono chiusa dentro di loro, e non vedo, non guardo né il traffico a lato, né le persone che mi camminano di fianco o di fronte, e che vedendomi piangere penseranno a un lutto, a chi sa quale disgrazia, magari qualcuno, dio ne guardi, mi si avvicinerà dicendomi: «Posso aiutarla?», e io cosa potrà rispondergli? «No, sa, non è niente: è solo che mi hanno detto adesso che aspetto un bambino…».
Già: non è niente. Ma, come niente? È tanto, tantissimo, tutto. E però continuo a piangere. Piango e non guardo, non vedo neanche gli alberi sopra di me, che però, a loro modo, mi accarezzano: è autunno, novembre, quasi inverno, e c’è una pioggia di foglie che cade silenziosamente sul selciato, qualcuna anche mi sfiora, leggera.
 

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