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Il monumento muto nelle valli alpine di Gurk

Nell’ovattata cornice di una nobile cittadina dell’Austria profonda, Gurk, si inaugura il 15 settembre un monumento dedicato all’Istria italiana e agli esuli, così almeno nelle intenzioni dichiarate.

A chi Gurk suonasse sconosciuta, ricordiamo che la cittadina conta poco più di 1300 anime e si trova nel nord-est della Carinzia, in una delle sue zone più scarsamente popolate. La comunità di Gurk, per numero di abitanti, è la 106esima di tutta la Carinzia, che a sua volta è il più meridionale dei Land dell’Austria (559.000 abitanti con capoluogo Klagenfurt).

Principale motivo di attrazione a Gurk è il Duomo del XII secolo, uno dei più importanti dell’Austria, mentre la popolazione vive di allevamento e turismo montano. Di importanza turistica il “Parco dei nani”, dove convivono nani e gnomi: lungo il sentiero sono disseminate circa mille statuette di omini barbuti. Poco più in là il parco tematico dal nome “Il regno del Re dei Boschi”, con divertenti figure intagliate nel legno.

Il sindaco di Gurk, Sigfried Kampl, che presiederà alla cerimonia ed è stato ospite a Trieste dell’Unione degli Istriani per il Giorno del Ricordo, dovette rinunciare al mandato di presidente del Senato austriaco il 28 aprile 2005, quando fu costretto alle dimissioni a cause delle polemiche sollevate dalle sue dichiarazioni filo-naziste.

Tornando al monumento all’Istria, come riferisce la segreteria dell’Unione “si tratta di un manufatto in ferro battuto e acciaio, alto due metri e mezzo, raffigurante lo stemma dell'Istria con striscia tricolore sulla sommità. In basso, invece, una scritta ‘Istria’ in ferro battuto”. Nessuna altra dicitura né in italiano né in tedesco, nessuna descrizione, nessun richiamo storico, nessun riferimento agli altri territori ceduti dall’Italia. Per capire qualcosa in più bisogna visitare una mostra.

L’Unione degli Istriani si rese protagonista di furenti polemiche allorché l’ANVGD e il Comune di Bologna inaugurarono la Targa in ricordo del transito dei profughi giuliano-dalmati per il capoluogo felsineo, ma non scrivere nulla è assai più discutibile. Cosa capiranno i turisti di fronte a quel monumento? Vedranno l’Istria e un tricolore. A quale contesto storico faranno riferimento? Chi spiegherà loro di cosa si tratta?

Il battage pubblicitario creato intorno a questo evento si sgonfia ancor prima del suo verificarsi. Non sarà difficile immaginare la delusione di chi salirà in Carinzia in pellegrinaggio. Troverà un minuscolo paese, con un monumento inesplicabile ai più (ed esteticamente assai modesto), senza un pur minimo riferimento alle sofferenze, al dolore e alle traversìe di un intero popolo. Questa sì che è una vera offesa agli Esuli.

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