ANVGD_cover-post-no-img

Il Giornale – 110208 – Napolitano: onoriamo le vittime delle foibe

Roma – Il ricordo della tragedia delle foibe, l'omaggio alle vittime di quegli anni, il riconoscimento delle ingiustizie sono doverosi, ma "non possono e non devono prescindere da una visione complessiva", da un inquadramento storico, che non può dimenticare il prima e il dopo, ha detto Giorgio Napolitano celebrando il Giorno del Ricordo al Quirinale. Il quadro d'insieme è stato richiamato dal ministro della Cultura Francesco Rutelli e dal vice presidente dell' Associazione degli esuli istriani e giuliano-dalmati Lucio Toth. Quella barbarie, che produsse circa 20 mila morti e 350 mila profughi fra i nostri connazionali, ha ricordato Toth, ha radici lunghe e profonde, negli scontri tra nazionalismi ottocenteschi; poi, nel Novecento, nell'impatto tra gli imperialismi; e ancora dopo nello scontro tra le ideologie.

Vicende drammatiche e complessa difficili da comprendere in tutte le sfumature mentre accadevano, ma che "oggi si possono e si devono capire, esplorando le vicende con animo sereno, per far ritornare in primo piano la ragione e la verità".

Ripetuta la frase che irritò la Croazia Queste considerazioni hanno indotto il presidente della Repubblica ad aggiungere all'ultimo momento, a braccio, una frase al testo scritto del suo intervento, per richiamare un duro giudizio dell'anno scorso che "suscitò qualche reazione inconsulta fuori Italia": per l'esattezza un incidente diplomatico con l'allora presidente croato Stipe Mesic, chiuso nel giro di qualche giorno. Napolitano citò recenti ricerche per dire che al confine orientale dell'Italia, dopo l'8 settembre 1943, migliaia di italiani furono vittime di un "moto di odio e di furia sanguinaria e di un disegno annessionistico slavo che prevalse in tutto nel trattato di pace del 1947 e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica". Su questo passaggio si appuntò la reazione croata. Mesic ci vide elementi di aperto razzismo, revisionismo storico e revanscismo politico. Altri lamentarono l'uso del termine 'slavo'. Oggi Napolitano si é limitato a richiamare il concetto dicendo: "Era giusto esprimermi a nome della Repubblica con quelle parole, con quell'impegno che qui ho sentito ricordato con piacere dal ministro Rutelli".

 

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.