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Il Gazzettino – 180108 – Guerra in Veneto sul “Cofanetto del Ricordo”

Il "cofanetto del ricordo" con scritti e audiovideo sulla questione giuliano-dalmata e le foibe fatto distribuire lo scorso anno in occasione della "Giornata del ricordo" nelle scuole dall'assessore veneto all'istruzione e formazione Elena Donazzan (An) è sulla scrivania del ministro alla Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni. A farlo recapitare è stato il consigliere regionale dei Comunisti italiani Nicola Atalmi che ne richiede il ritiro e, contemporaneamente, un'analoga iniziativa è stata presa a Montecitorio dal deputato veneto del Pdci Severino Galante. «La storia del nostro confine orientale – scrive Atalmi nella lettera al ministro Fioroni che accompagna il "cofanetto" – è una pagina molto delicata delle vicende italiane, alla quale molti cittadini soprattutto veneti sono ancora strettamente legati attraverso vicende vissute personalmente o in famiglia. Per questo motivo sarebbe stato importante che i contenuti degli opuscoli distribuiti ai ragazzi fossero caratterizzati dalla massima attenzione e fondati su un minimo di competenza storica e storiografica».

«In realtà – scrive ancora Atalmi – non è stato così e, infatti, l'opuscolo ha creato clamore e parecchio imbarazzo tra molti insegnanti. Sono stati trovati in tutta la ricostruzione storica gravi errori non solo di approccio e analisi ma anche, e non in minor numero, puramente nozionistici che, di fatto, rendono l'opuscolo foriero di informazioni sbagliate o del tutto false».

«Il consigliere regionale Nicola Atalmi è, purtroppo, degno compagno dei collettivi dell'Università La Sapienza e potrebbe tranquillamente essere tra i firmatari delle liste di prescrizione che davano l'elenco delle persone che potevano o meno parlare o dei libri che potevano o meno essere letti». È la replica dell'assessore Elena Donazzan. «L'illiberalità di questa sinistra – prosegue l'esponente di An – è scandita dall'ignoranza o dalla malafede che in particolare emerge con tutta la sua violenza verbale, e auguriamoci si fermi a quella, quando si affrontano pagine della storia d'Italia negate o falsate dall'ideologia marxista». «Al collega Atalmi – conclude l'assessore – dico di studiare meglio la storia d'Italia, di essere rispettoso della verità storica che non ho scritto io, ma che come un fiume carsico è riemersa dall'oscuro nel quale la storiografia ufficiale l'aveva costretta».

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