25.06.2025 – Con una documentazione approfondita il dottor Omar Codarin, dottorando in Scienze pedagogiche presso l’Università di Bologna, ha illustrato: “Il complesso di via Pradamano: la caserma, il collegio, il centro profughi e la scuola”. L’interessante seminario di studi, come ha ricordato Bruna Zuccolin, presidente del Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), si è tenuto in collaborazione con la Università della Terza Età (UTE) di Udine, giovedì 5 giugno 2025 presso l’aula magna dell’UTE di Udine, nella frazione di Paderno. L’evento è stato patrocinato dal Club UNESCO di Udine con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
In apertura la professoressa Maria Letizia Burtulo, presidente dell’UTE di Udine, ha ricordato che la UTE organizza da oltre dieci anni dei corsi sull’esodo giuliano dalmata, da quando l’ingegnere Silvio Cattalini, esule di Zara, presiedeva l’ANVGD locale. “Proprio il professore Elio Varutti tiene il corso di Sociologia dell’esodo giuliano dalmata dal 2017 – ha detto la Burtulo – e facciamo vari incontri per il Giorno del Ricordo”.
Ha avuto poi la parola il professore Angelo Gaudio, ordinario di Storia della pedagogia presso il Dipartimento di studi Umanistici dell’Università degli Studi di Udine. “Quella di Codarin è una ricerca d’archivio di grande novità – ha detto Gaudio – poiché fino ad ora si erano interessati al Collegio Convitto dell’Opera Nazionale Balilla di Udine solo storici dell’arte o di architettura, mentre così c’è la novità dello studio dell’educazione delle nuove generazioni da parte del partito unico durante il fascismo, con un cenno ai fatti del dopoguerra. Paradossalmente si è scoperto quanto sia più facile studiare la scuola dell’Ottocento, ai tempi di Carducci per esempio, anziché capire la scuola del Novecento”.
Angelo Gaudio è stato relatore di Omar Codarin per la tesi di laurea magistrale di Studi storici dall’antico al contemporaneo all’Università di Trieste dal titolo: “Le scuole del Partito Nazionale Fascista. Uno studio sul Collegio Magistrale della Gioventù Italiana del Littorio di Udine”, nell’anno accademico 2022-2023. Proprio Codarin ha tenuto la lezione principale del seminario di studi spiegando, con diapositive di immagini e documenti storici, come la struttura edilizia del sito fosse realizzata per una caserma di carabinieri reali nel 1929, in stile neoclassico su progetto dell’ingegnere Oddone Tosolini (1867-1934): “con quattro edifici e una tettoia, mentre negli anni precedenti i militari dovevano accontentarsi di alcune baracche in Porta Aquileia, col disagio conseguente e le malattie contagiose”. Improvvisamente il comando dei carabinieri comunicò alle autorità locali che non necessitava più del nucleo di militi a Udine, così nel 1933 le autorità provinciali donarono la struttura all’Opera Nazionale Balilla (ONB).

Fu incaricato di un nuovo progetto per il Collegio Convitto dell’ONB l’architetto di San Daniele del Friuli Ermes Midena (1895-1972), i cui disegni erano in stile razionalista e per le pitture, nel 1936 si rivolse ad Afro Basaldella (1912-1976). Le opere del pittore friulano però non piacquero alle autorità fasciste, che le fecero coprire e furono restaurate nel 1987. Midena agì con la tecnica del camuffamento, ossia recuperando quanto costruito dal professionista precedente.
“L’Istituto ‘A. Malignani’, avendo molti iscritti, nel 1964, ottenne l’uso delle aule in via Pradamano fino al 1976 – ha concluso Codarin – altri spazi furono a disposizione della RAI fino al 1967 e nel 1981 gli edifici furono trasformati nella scuola media ’E. Fermi’, fino a tutt’oggi”. A questo punto la professoressa Burtulo è intervenuta per dire che proprio lei insegnò nelle aule di via Pradamano fino al 1980. Codarin, ringraziando per il contributo, ribatté quanto sia necessaria l’integrazione delle fonti nell’indagine storica.
Nell’intervento finale Elio Varutti ha portato i saluti e l’interessamento per i temi del seminario da parte di Claudio Ausilio, dell’ANVGD di Arezzo e di Chiara Sirk, presidente dell’ANVGD di Bologna. Ha poi parlato dell’esodo giuliano dalmata, osservando che dal Centro smistamento di via Pradamano transitarono oltre 100 mila profughi in fuga dalle proprie case d’Istria, Fiume e Dalmazia. “Alcuni di loro si adattarono a vivere nelle 100 baracche del Villaggio metallico di via Monte Sei Busi, presso il Campo profughi di via Gorizia – ha detto Varutti – poi dagli anni ’50 si trasferirono nei quattro villaggi giuliani sorti in città, per un totale di oltre 6 mila residenti, mentre Trieste accoglieva più di 50 mila fuggiaschi dalle violenze dei titini in oltre 50 punti di accoglienza”.
Tra il pubblico in sala si sono notati Gaetano Vinciguerra, insegnante udinese, autore di numerose pubblicazioni didattiche, oltre a certi soci dell’ANVGD, come Rosalba Meneghini, coordinatrice agli eventi del sodalizio, Giuseppe Capoluongo, con parenti di Rovigno, Luciano Bonifazi, con avi istriani, Giacomo Patti e vari insegnanti di Udine e Pordenone.
In un momento conviviale, che ha fatto seguito al seminario culturale, Giuseppe Capoluogno, poeta dell’ANVGD di Udine, ha declamato una sua recente composizione intitolata “La ballata dell’esule istro-dalmato” tra la curiosità dei convenuti.
Cenni bibliografici
– Omar Codarin, Le scuole del Partito Nazionale Fascista. Uno studio sul Collegio Magistrale della Gioventù Italiana del Littorio di Udine. Università degli Studi di Trieste, Dipartimento di Studi Umanistici, Corso di laurea magistrale in studi storici. Dall’antico al contemporaneo. Tesi di laurea. Anno accademico 2022-2023, pp. 106.
– E. Varutti, Il campo profughi di via Pradamano e l’associazionismo giuliano dalmata a Udine: ricerca storico sociologica tra la gente del quartiere e degli adriatici dell’esodo. 1945-2007, Udine, Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Comitato provinciale di Udine, 2007.
Fonte: ANVGD Udine – 11/06/2025