I Quaranta giorni di occupazione titina della Venezia Giulia in un nuovo documentario

06.06.2025 – Nella primavera di 80 anni fa, mentre nel resto d’Italia la guerra era finita, la Venezia Giulia viveva la tragica esperienza dell’occupazione jugoslava. Tito aveva dato ordine al suo esercito di trascurare la liberazione di Zagabria e Lubiana, la cui appartenenza alla nascente Jugoslavia comunista nessuno avrebbe messo in discussione, intensificando la marcia verso Trieste, Gorizia, Pola e Fiume. Occupare queste città che appartenevano all’Italia avrebbe rappresentato in sede di conferenza di pace una caparra sull’annessione, come era negli auspici del nazionalismo sloveno e croato che agiva dietro la copertura della bandiera rossa che ostentava la lotta di liberazione egemonizzata da Josip Broz “Tito”.

I lutti, le deportazioni, la nuova ondata di stragi nelle foibe, la persecuzione di chi si opponeva al progetto annessionistico di Tito, le difficoltà degli anglo-americani a por fine alla violenza e al terrore diffusi dai titini nella Venezia Giulia tra il primo maggio ed il 12 giugno 1945 sono al centro della narrazione del documentario “Trst je naš – Trieste è nostra” presentato ieri a Trieste in Sala Luttazzi. Si tratta della nuova produzione di Venice Film realizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, la Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati ed il Centro di Documentazione Multimediale della cultura giuliana, istriana, fiumana e dalmata.

Il produttore Alessandro Centenaro ha voluto in apertura rendere omaggio a Nino Benvenuti, illustre rappresentante dell’esodo istriano, campione mondiale e olimpionico di pugilato venuto recentemente a mancare ed ha poi illustrato l’ampio lavoro documentario che Venice Film sta portando avanti insieme alle associazioni degli esuli. Renzo Codarin, Presidente di FederEsuli, ha evidenziato l’importanza di documentari come questo per affiancare il lavoro che si sta svolgendo in sinergia con il Ministero dell’Istruzione e del Merito per formare i docenti e gli studenti riguardo la storia della frontiera adriatica.

Uno storico che a tali argomenti ha dedicato studi e passione è stato il professor Giuseppe Parlato, venuto recentemente a mancare e che è stato ricordato dal Presidente della Lega Nazionale di Trieste Paolo Sardos Albertini, il quale è poi entrato nel vivo della narrazione dei Quaranta giorni di terrore titino, evidenziando il ruolo dell’OZNA, la polizia segreta del dittatore comunista jugoslavo. Lorenzo Salimbeni ha infine contestualizzato il tragico epilogo della Seconda Guerra Mondiale nelle terre del confine orientale nelle dinamiche della politica internazionale, nella delicata fase in cui l’alleanza antifascista doveva ancora debellare il Giappone ma già si coglievano le avvisaglie di quella Guerra Fredda che avrebbe contrapposto i vincitori del conflitto.

La proiezione di “Trst je naš” ha quindi portato il folto pubblico nel vivo delle testimonianze di chi visse quell’esperienza da bambino, ma ricorda ancora la paura che aleggiava nelle città sotto occupazione jugoslava, o attraverso i ricordi dei propri genitori. Immagini d’epoca provenienti dall’Istituto Luce o da archivi statunitensi hanno accompagnato la ricostruzione delle vicende fornita da storici e da autorevoli rappresentanti dell’associazionismo giuliano-dalmata in esilio.

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