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Histria apendix (Voce del Popolo 02 ago)

di Milan Rakovac

Vedo su Voce el reportage come i giovani senssa frontiere (austriaci, italiani, sloveni) i se ga incontrà la suso sui monti. Che bel. Quei confini "no i xe" più. E su Dragogna resiste 'sta vergogna confinaria, anssi, diventando sempre più dura. Xe una roba brutissima per noi altri; subito dopo – capita l'altra, perché come che no te bastaria 'sta parolassa, 'sta bestemia detta Schengen, che zerti a Lubiana i volessi sembra farla infinida – caso mai fin'al giudissio universsal, ciapa qua ancor'una:

Perché te 'spetta le strade Dragogna-Salvore (Y) e Kozina-Rupa del Dux Italianorum co'l asfalto più vecio de mi che in dicembre compio 70.

Histria apendix: Roma anticha gaveva fato bone strade, per Istria e fin'a Dacia se andava comodo. C'o iera la Serenissima se manisavino sia a vela sia co'i remi a Corfù e Candia, e iera un via-vai che no ve digo. L'Austria Felix ne ga fato ferovie e senssa passaporto se andava da Timisoara a Venessia e da Zemun a Krakowia (by Carolus Cergoly), e da Pola partiva una bona dosina de vapori giornalieri (!!!) dove che ti vol – Trieste, Spalato, Valparaiso, New York, Sidney: E DOPO, SOTO L'ITALIA E JUGOSLAVIA, PIUTOSTO SE STAVA A CASA. HISTRIA INSULA.

E va be', cossa ghe xe de dir, solo che no xe che'l Istria la xe un'isola, perché lori i tenta a ogni costo de far TRE ISOLE, TRE ISTRIE, TRE MONDI. E questo no ve permetteremo, siori delle nomenklature.

E 'desso che vien i turisti e esuli se spetta in file indiane per ore e ore su Dragogna. L'Istria se magari un'isola, solo che no ghe xe piroscafi per arivar nei nostri bei porti, e per forssa xe file. Ma, passienssa, ve spiego mi, cari mii tutti quanti; vegnudi a Capodistria, vissin de camposanto no andar verso Pola, ma girar dove che scrivi S. Anton, passar per Savrinia, quando xe la targa Kubed girar a sinistra, se arriva a Pinguente in un'oretta, e dopo te fassi o Montona-Pisin-Pola, o Ponte Porton-Visinada-Pola.

Mi spiega un collega sloveno che non ho ragione quando critico la Slovenia che sta praticamente bloccando il traffico continentale e intercontinentale; noi edifichiamo importanti direttrici nazionali: ovest-est e nord-sud, e il resto può attendere, mi dice.

Sì, può, dico io, ma il conto per le vostre priorità nazionali e per l’indifferenza internazionale non viene pagato solamente dall’UE e della Croazia, ma anche dall’intero vostro Litorale, e l’Istria è in un vicolo cieco grazie a questa politica; percorrete l’Ipsilon, da Pola, arriverete a Salvore, dove la strada termina in una roccia; come dall’altra parte nella circonvallazione capodistriana, sicché anche gli sloveni d’Istria pagano per le vostre "priorità"…

È ovvio, affermo, che voi scegliate in modo sovrano le vostre priorità, ma come definire se non UN VERO BLOCCO (più serio del blocco della Croazia nell’UE) il fatto che in autostrada vai da Lisbona a Trieste, e poi ti ritrovi con un’interruzione sui monti della Šavrinija e della Ciciaria tra Kozina e Rupa, e poi vai nuovamente in autostrada che fra poco arriverà a Dubrovnik e, domani, fino all’Albania e alla Grecia. E come mai che l’autostrada corre da Amburgo a Istambul, con l’unica interruzione di qualche decina di chilometri tra Maribor e Krapina?

E fino a quando i turisti (anche sloveni) attenderanno in colonna per oltrepassare la Dragogna, fino a quando l’Istria (l’Istria italiana, slovena e croata!), sopporterà questa indifferenza?

Eravamo già pronti, una decina di anni fa, noi del Forum Tomizza, a marciare sulla Dragogna, di che ho già qui scritto, ma non per una contro-marcia rispetto a quella marcia nazional-fascistoide dall’altra parte per la quale si sbellicavano dalle risa i cefali nel Golfo di Pirano e i passeri di frontiera, dunque non per una marcia croata contro la marcia slovena; bensì per una marcia contro i Confini, contro Schengen, contro lo Stato, contro l’UE-a favore dell’Europa-dei cittadini e non dell’Europa-Stato&Nazione.

Credo sia giunto il momento di metterci insieme, diciamo il prossimo d-day del turismo, quando ci saranno colonne sulla Dragogna, un'inter-brigata di alcune centinaia di persone (ma si potrebbe mettere insieme anche qualche migliaio), e andiamo a piedi da Castelvenere alla Dragogna, espletiamo con le Polizie dei due confini le necessarie formalità, e allora giriamo i tacchi e yurick-nazaj-indrio

E cussi su-e-so, e daghe e daghe – tutto legalissimo & corettissimo, turisti che i va a pie creando cussi el FRONTTOUR.

Cossa saria 'sto FRONTTOUR? Nova specie del turismo frontaliero; xe per i innamoradi della frontiera, che ghe piasi solo passar e trapassar La Frontiera, con tocco de pan nel ruksak, botiglia de bevanda, cantando la verssione ironica della marcia croato-austriaca:

"Marširale, marširale kurve uz pandure,

Marširale, marširale pa se umorile", che se podessi tradur:

„Marciavan' e marciavan le puttane co'i carabinieri,

Marciavan' marciavan' fin che no se stancavan'..“

E sì, xe l'agosto, xe un'afa, xe che semo stuffi de tutte 'ste slo-cro monade; ay,ay,ay bonita – povero nostro Franz (by Carpinteri&Faraguna)…

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