L’aveva promesso, il sindaco di Muggia Nerio Nesladek, ed è stato di parola. «Esprimeremo un “no” transfrontaliero al rigassificatore» aveva dichiarato la settimana scorsa, annunciando le iniziative di protesta adottate dal Consiglio comunale della cittadina rivierasca. In pochi giorni, è riuscito a portare a Muggia sei tra sindaci e vicesindaci. C’erano tutti i comuni costieri, quelli maggiormente “toccati” dal progetto di Gas Natural: Capodistria, Isola, Pirano e Umago. Ma c’era anche Buie, che dal mare dista una decina di chilometri. Nesladek e i suoi omologhi Popovic (sindaco di Capodistria), Kolenc (Isola) e Bossman (Pirano), oltre a Cep, Buic e Jurman (rispettivamente, vicesindaci di Capodistria, Buie e Umago), si sono confrontati a porte chiuse. Poi hanno tenuto una breve conferenza stampa, per annunciare le strategie comuni di quella che definiscono una vera e propria “battaglia del territorio”.
Infine, hanno posato per i fotografi dal balcone del Municipio, dove è appeso un drappo bianco a simboleggiare la “cancellazione” del volere della comunità da parte della Conferenza dei servizi regionale. Una presa di posizione forte, per spazzare via l’obiezione sollevata nelle settimane scorse secondo la quale «se l’Italia dice no, lo faranno in Istria». Ma anche un segnale di fiducia: stando uniti, i sindaci sono ancora convinti di poter bloccare l’iter. «La nostra è una contrarietà granitica ed assoluta a qualsiasi tipo di rigassificatore» hanno affermato. No agli impianti “onshore”, dunque, cioè localizzati in prossimità dei porti (sarebbe il caso di Zaule); ma anche alle più moderne tecnologie “offshore”, ossia al largo (come a Porto Viro).
Le motivazioni sono di ordine ambientale, ma anche – e forse soprattutto – economico: «Un rigassificatore nelle nostre zone bloccherebbe i traffici portuali e i flussi turistici, cioè le due principali direttrici di sviluppo dell’Alto Adriatico», sostengono i sindaci. E allora bisogna muoversi. In che direzione? Le mete sono quattro capitali: Roma, Zagabria, Lubiana e Bruxelles. I sei comuni approveranno un documento condiviso da far valere presso i rispettivi governi e presso l’Unione europea. Il protocollo sarà “allargato” agli altri comuni della provincia e a Verteneglio e Cittanova, in modo da risultare espressione dell’intero litorale. E poi c’è la cittadinanza, da rappresentare adeguatamente.
A tal proposito, Nesladek afferma di voler inviare una risposta chiara al presidente della Regione Renzo Tondo, che aveva liquidato la contestazione di piazza Unità definendola non rappresentativa di tutto il territorio. E rilancia a tal fine il “simil-referendum”, idea che gli è cara da tempo. Si farà in grande: l’idea è realizzare le consultazioni popolari simultaneamente in tutti i comuni, in una sorta di “giornata per il rispetto dei cittadini”. «Quando la Regione si renderà conto che sta calpestando il volere di un’intera popolazione – spiega il sindaco di Muggia – si vedrà costretta a rivedere la propria posizione, anche alla luce delle ultime azioni maldestre che offrono il fianco ad ulteriori azioni legali da parte nostra».
Davide Ciullo
“Il Piccolo” 5 dicembre 2012