GRUPPOVACANZEPIEMONTE

GLI INCONTRI DELLA DELEGAZIONE ANVGD AL PARLAMENTO EUROPEO – 03lug13

Il comunicato del presidente nazionale ANVGD Antonio Ballarin sulla visita al Parlamento europeo di Strasburgo di una delegazione della nostra Associazione.

 

Strasburgo 2-3/7 2013

La delegazione ufficiale dell’ANVGD, guidata dal Presidente nazionale, Antonio Ballarin e composta da diversi membri dell’escutivo nazionale e da alcuni esuli provenienti da diverse località italiane, é stata ricevuta ufficialmente, su invito dell’onorevole Carlo Fidanza, nei giorni 2-3 luglio al Parlamento Europeo.

La circostanza é coincisa con l’ingresso in Europa della Croazia, avvenuta il 1 luglio, evento storico, salutato in modo trionfale dalla Istituzione di Strasburgo. La nostra delegazione ha rilevato che, nel cortile di accesso la serie di pannelli esposti, nonostante molte immagini di diversi luoghi del paese, tra cui la Dalmazia, presentavano solo quattro riproduzioni relative all’Istria: Cherso, Fiume (due senza toponimo) e Pola, luoghi che rappresentano tuttora una forte radice culturale italiana che, unitamente alla lingua e alle testimonianze artistiche è tuttora evidente e dinnegabile!

Durante il primo incontro del 2/7 con un funzionario del Parlamento, i diversi interventi dei nostri delegati, tesi a ristabilire le coordinate storiche, hanno trovato piena espressione nelle parole del Presidente Ballarin che ha perfettamente sintetizzato il nostro pensiero: il mondo giuliano-dalmata, gli esuli, i loro discendenti e la ANVGD rivendicano il riconoscimento della storia subita, in quanto eventi storici realmente accaduti non solo come eventi personali, ma epopea di un intero popolo che ha pagato il debito di guerra per tutta l’Italia.

Il 3 luglio si è svolta in sede parlamentare il convegno”Il dovere di ricordare. Dalla pulizia etnica anti-italiana alla repressione del dissenso nell’Est Europeo”, ospitato dagli onorevoli Carlo Fidanza e Marco Scurria, presenti anche gli onorevoli Angelilli (Vice-presidente Parlamento europeo), Bellato, Bertot, Gardini.

Ha aperto i lavori l’on. S. Kalniete (ex-ministro degli Esteri della Lettonia ed ex-commissario europeo) che ha ricordato le vicende di persecuzione subite dalla sua famiglia deportata in Siberia, a causa del regime comunista di Stalin. L’on. ha sottolineato che i comunismi di Stalin e di Tito hanno schiacciato ogni libertà di espressione e di promozione sociale. Tuttora sopravvive una certa riluttanza, anche nell’ambito del Parlamento europeo, ad affrontare e riconoscere le questioni storiche adriatiche e dell’Est europeo. Ha preso poi la parola il Presidente nazionale Ballarin che in una lucida e precisa presentazione in inglese, ha ripercorso la storia della questione adriatica, ricordando innanzitutto che dall’epoca della Repubblica di Venezia la lingua connotante dei luoghi oltre l’italiano, é stata l’istro-veneto. La vita sociale era inoltre, caratterizzata da una completa integrazione multietnica e multiculturale, di tradizione plurisecolare, unitamente ad un senso di appartenenza ai luoghi che ha determinato il concetto di identità profonda e inalienabile.

Ballarin ha evidenziato la strategia di Tito finalizzata ad esercitare una pressione durante i negoziati del dopoguerra: eliminazione della componente italiana, in particolare nelle aree urbane, la politica perpetrata dal regime nei confronti degli italiani rimasti, dall’isolamento alle piu´’diverse forme di persecuzione che si sintetizzano nella negazione dei diritti umani. In Italia, la madrepatria, gli esuli hanno subito una lunga e vergognosa ghettizzazione, tacciati spesso di essere fasciti, relegati nei campi profughi, discriminati nelle scuole, nei lughi di residenza e di lavoro. Tra i diritti negati, la nazionalizzazione dei beni degli italiani esuli, privati di tutto, senza mai ottenere equi indennizzi. Infine, é da sventare ogni tentativo di “liquidare” la storica presenza italiana nelle terre adriatiche orientali come una “parentesi coloniale” e di appropriarsi in modo subdolo e paradossale della nostra storia, cultura e delle personalità illustri.da parte del mondo slavo.

Al termine di questo appassionato intervento, il vice presidente del Parlamento europeo, Làzlo` Surjan ha ricordato, nella complicata storia della sua famiglia, che il padre é nato proprio a Fiume e che la storia del XX secolo mantiene oscure molte vicende del passato, in particolare nell’Europa centro orientale che ha avuto una storia estremamente instabile. Non é possibile attribuire ad una istituzione come il Parlamento europeo il compito di risolvere contrasti passati. Altre vie devono essere percorse: non solo attraverso un nuovo atteggiamento dei leader politici, ma anche e soprattutto attraverso un lavoro di pacificazione nel tessuto civile. Il bilinguismo, così come ogni altro diritto delle minoranze, va comunque rispettato.

Gli on. Fidanza e Scurria hanno ricordato il loro impegno nel portare avanti le questioni care al mondo istriano, fiumano e dalmata, in seno al Parlamento europeo e nel definire a breve termine, nei prossimi incontri, le modalità specifiche a rappresentare la causa adriatica.

Le due giornate di lavori intensi, si sono concluse con una bella foto con tanto di bandiere dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia davanti alle bandiere di tutti gli stati dell’Unione Europea.

Antonio Ballarin, presidente nazionale ANVGD

 

 

 

Foto-ricordo per la delegazione ANVGD al parlamento europeo (foto CDM)

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.