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Giorno del Ricordo: a Basovizza le istituzioni con gli Esuli

di Silvio Maranzana
Gli indennizzi da parte del Governo italiano a favore degli istriani, dei fiumani e dei dalmati che furono costretti ad abbandonare la propria terra, le proprie case, i propri affetti. È l'ultimo tassello da aggiungere a una difficile e travagliata opera di riconciliazione che ha finalmente prodotto un riavvicinamento tra le diverse comunità etniche e politiche di Trieste e tra Trieste, l'Italia e l'Europa sempre più allargata proprio verso quell'Est non più visto come una minaccia, bensì come un'opportunità di sviluppo.
È stata questa la nota dominante del Giorno del ricordo che a Trieste è stato celebrato nel sito non solo simbolicamente più significativo: la Foiba di Basovizza dove furono gettate centinaia di vittime provocate dal disegno annessionistico di questi territori alla Jugoslavia di Tito. L'inaugurazione ieri del Centro di documentazione con la mostra storica permanente ha concluso un percorso di valorizzazione dell'area iniziato l'anno scorso con l'ampliamento e la risistemazione del Sacrario, e che sarà affiancato presumibilmente alla fine del 2008 dall'apertura in via Torino del nuovo Museo dedicato alla Civiltà istriana, fiumana e dalmata. Servizi giornalistici, dibattiti, libri e film hanno recentemente rammentato a tutti gli italiani le tragedie delle foibe e dell'esodo.
«Ma tutto quello che in questi ultimi anni è stato fatto – ha ricordato nel suo discorso a Basovizza il sindaco Roberto Dipiazza – ha un valore morale che non può fungere da compensazione definitiva del debito che lo Stato italiano ha nei confronti di quei trecentomila i quali alla fine della guerra pagarono più di tutti i costi della sciagurata avventura bellica dell'Italia alleata della Germania nazista. Un danno materiale che attende di essere risarcito, in un ritardo che non ammette ulteriori giustificazioni». E il sindaco ha reso noto di aver scritto al presidente Napolitano affinché «coerentemente con la sensibilità dimostrata fino a oggi, interpreti quel ruolo di indirizzo morale nei confronti del Parlamento». Operazione anche questa ora rallentata dalla caduta del Governo e dalle nuove elezioni. Ma con il nuovo esecutivo il sindaco chiederà di firmare un «Patto per Trieste che fissi anche l'avvio di un nuovo provvedimento di indennizzo per gli esuli».
È stata affollata da qualche migliaio di persone la cerimonia di ieri nel freddo di Basovizza e ha avuto il momento centrale nella celebrazione della messa in onore delle vittime da parte del vescovo Eugenio Ravignani. «Qui si è consumato il mistero del male – ha detto il presule nell'omelìa – un disegno perverso ha oscurato la ragione. E le coscienze ne sono ancora turbate». Una corona d'allora è stata deposta dal prefetto Giovanni Balsamo assieme allo stesso Dipiazza, alla presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat e all'assessore regionale Gianni Pecol Cominotto e un'altra da Paolo Sardos Albertini, presidente della Lega nazionale, che ha anche letto la Preghiera dell'infoibato. Presenti, tra gli altri, il sottosegretario Ettore Rosato, il deputato Roberto Menia, i sindaci di Muggia Nerio Nesladek e di Duino Aurisina Giorgio Ret.
Molti i vessilli delle associazioni e delle comunità degli esuli: Grisignana, Pisino, Cittanova, Umago Pola, Lussinpiccolo e così via, i labari delle associazioni combattentistiche e d'arma fino alla Decima Mas, agli Arditi, all'Arma milizia, i gonfaloni di varie amministrazioni anche lontane tra cui la Provincia di Cuneo e quella di Lucca. Ha reso gli onori militari un picchetto del Piemonte cavalleria, mentre i rappresentanti triestini dell'Associazione nazionale alpini hanno provveduto all'alzabandiera.
Pellegrinaggi sulla Foiba in concomitanza del Giorno del ricordo sono poi proseguiti per tutta la giornata con gruppi provenienti da varie zone d'Italia e anche dall'estero, compreso un pullman dalla Germania.

 

da "Il Piccolo" dell'11/02/08

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