Geppino Micheletti, medico eroe di Vergarolla, ricordato alla Camera dei Deputati

17.07.2025 – Geppino Micheletti, l’eroe della strage di Vergarolla, un chirurgo che non solo i polesani, ma tutti gli esuli istriani, fiumani e dalmati, hanno ricordato con affetto e commozione nei lunghi decenni in cui era sceso l’oblio sulla storia del confine orientale.

Adesso che finalmente si parla di quelle tragedie, che finalmente si viene a conoscenza della strage di Vergarolla del 18 agosto 1946 e si sta consolidando la consapevolezza che si è trattato del primo e del più sanguinoso attentato nella storia dell’Italia repubblicana, ecco che la figura esemplare di Geppino Micheletti acquista visibilità e la giusta notorietà. Parliamo di un chirurgo che ha operato per 24 ore di fila i feriti che provenivano da Vergarolla, la spiaggia di Pola ove si stava svolgendo una manifestazione sportiva e l’esplosione di un deposito di mine disinnescate aveva fatto un massacro tra le famiglie che trascorrevano una giornata al mare. E ha continuato a farlo anche dopo aver saputo che tra quelle decine e decine di vittime c’erano pure i suoi figli, Carlo e Renzo, di 5 e 9 anni rispettivamente.

Una dedizione alla professione ed una fedeltà al giuramento di Ippocrate ben al di là di quanto fosse immaginabile, un esempio da far conoscere al di fuori dell’ambito delle associazioni degli esuli. È stato l’On. Andrea Mascaretti a pensare ad un premio “Geppino Micheletti” con cui insignire altri medici che si siano prodigati al di là di quel che era il loro compito. Nella prima edizione sono stati individuati 24 tra medici, chirurghi e operatori della Sanità che hanno ricevuto il riconoscimento giovedì 17 luglio in una cerimonia svoltasi presso la Sala della Regina, alla Camera dei Deputati. Il parlamentare milanese ha coinvolto nell’organizzazione dell’evento la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, la Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, l’Associazione Italiani di Pola e dell’Istria – Libero Comune di Pola in Esilio, l’Associazione Dalmati Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara in Esilio, l’Associazione Fiumani Italiani nel Mondo – Libero Comune di Fiume in Esilio, l’Associazione delle Comunità Istriane e l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.

«Siamo qui alla Camera dei Deputati nel 120° anniversario della nascita di Geppino Micheletti, vero eroe italiano, per ricordare una figura che va raccontata e fatta conoscere ovunque – ha fatto gli onori di casa l’On. Mascaretti – Celebrando la sua figura, a lui intitoliamo il premio che oggi consegniamo a oltre 20 medici che hanno anteposto, con immensa dedizione e profonda integrità morale, la vita dei loro pazienti alla propria»

È quindi intervenuto il sottosegretario di Stato al Ministero della salute Marcello Gemmato: «Micheletti è stato un Santo laico: la prima volta che ho sentito la sua storia mi sono venuti i brividi… Egli, avendo interpretato al massimo il giuramento di Ippocrate, rappresenta l’archetipo di una categoria che ogni giorno si sacrifica per i nostri concittadini e per far funzionare quello che è il quarto servizio sanitario al mondo»

E la figura di Micheletti va anche fatta conoscere agli studenti nelle scuole, come ha affermato la sottosegretario del Ministero dell’Istruzione e del Merito Paola Frassinetti, la quale ha elogiato in tal senso il lavoro che svolge la prof.ssa Caterina Spezzano coordinando il Tavolo di lavoro Ministero – Associazioni degli Esuli: «Non dobbiamo essere reticenti ad individuare nei comunisti gli autori delle stragi al confine orientale italiano, ma dobbiamo anche presentare ai giovani esempi virtuosi come Micheletti, una figura di medico coraggioso che svetta in mezzo a tanti lutti»

È un esule da Fiume il padre di Lucia Albano, Sottosegretario del Ministero dell’economia e delle finanze, che ha così assorbito attraverso i suoi ricordi e le sue testimonianze queste pagine di storia patria che troppo a lungo erano state occultate: la parlamentare marchigiana ha quindi riportato alcuni passi delle memorie paterne, da cui è emersa «la fierezza di rimanere italiani» che era presente in tutti gli esuli, polesani, fiumani o zaratini che fossero.

Il Presidente della FNOMCeO Filippo Anelli ha quindi evidenziato che nelle professioni mediche emergono eroi nei momenti di emergenza ma anche nella gestione quotidiana di quella che potrebbe sembrare ordinaria amministrazione: «Il dottor Micheletti costituisce un esempio molto importante per i giovani che vogliono intraprendere questo percorso. Ben vengano iniziative come questa che contribuiscono a farlo conoscere»

Grazie all’istituzione del Giorno del Ricordo emergono tante splendide storie individuali all’interno di quella che è stata una catastrofe, come ha evidenziato il Presidente di FederEsuli Renzo Codarin, il quale ha poi evidenziato che più volte l’associazionismo della diaspora adriatica ha chiesto che la Commissione stragi del Parlamento italiano prenda in considerazione il dossier Vergarolla, poiché effettivamente non è stato individuato il responsabile dell’attentato.

L’inquadramento storico della strage di Vergarolla è stato quindi compiuto dal Prof. Davide Rossi dell’Università degli Studi di Trieste, il quale ha evidenziato le fratture che hanno portato ad una torsione della Venezia Giulia e della frontiera adriatica rispetto al resto della storia nazionale: «L’8 settembre 1943 e la primavera 1945 corrispondono alle due ondate di stragi delle foibe, che avvengono solamente qui. Soprattutto l’immediato dopoguerra vede iniziare una nuova occupazione mentre il resto d’Italia celebrava la Liberazione. Il 2 giugno 1946 Venezia Giulia, Fiume e Zara, sotto amministrazione militare alleata (Zona A con Trieste, Gorizia e Pola) e jugoslava (Zona B con Carnaro, Istria e Dalmazia), non possono partecipare al referendum istituzionale, momento fondativo della nuova Italia. Ad agosto intervenendo alla Conferenza di pace il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi riconosce che l’Italia è un Paese sconfitto; pochi giorni dopo avviene la strage di Vergarolla, ma è il periodo in cui è avvenuta anche la strage di Portella della Ginestra. Due eventi che la Commissione Stragi dovrebbe prendere in considerazione per analizzare i primi episodi della strategia della tensione»

Ha preso quindi la parola con estrema emozione e commozione Claudio Bronzin, esule polesano che quel 18 agosto 1946 era sulla spiaggia di Vergarolla, ma che era anche amico del figlio maggiore di Micheletti, con il quale aveva giocato quel giorno fino a pochi minuti prima della tragedia. Dalle sue parole è emerso pure l’aspetto umano, intimo, di Micheletti, «persona modesta e che non voleva apparire, un medico che non abbandonava la sua professione quando si toglieva il camice a fine turno in ospedale. Sempre disponibile, attento anche ai bambini, aveva davvero la vocazione per fare il medico. Lo vidi per l’ultima volta pochi anni dopo l’esodo: la mia famiglia era finita a Firenze, lui lavorava a Narni in Umbria, ma ci incontrammo a Spoleto, per la cerimonia di insediamento al vertice della diocesi dell’ex vescovo di Pola Radossi, che ci aveva seguito in esilio. “Claudio, anche ti qua” mi disse, riconoscendomi e pensando forse a quando mi vedeva giocare con suo figlio. Micheletti era il nostro eroe ed è giusto che oggi venga riconosciuto da tutti come un eroe»

La figura professionale di Micheletti è stata ulteriormente messa a fuoco dal Prof. Duccio Vanni (Università di Firenze), autore della monografia “Geppino Micheletti (1905-1961) Vita, opere e riconoscimenti del medico eroe della strage di Vergarolla” (Apice, Sesto Fiorentino 2022). Egli ha sottolineato che ci troviamo al cospetto di «un eccezionale chirurgo, che meritò lusinghieri elogi da parte del direttore dell’Ospedale Santorio Santorio di Pola già prima di quella terribile giornata. Durante la guerra aveva prestato servizio in Dalmazia, curando soldati italiani e civili, compiendo oltre 400 interventi chirurgici e assistendo anche donne e bambini. Per essere preciso nelle diagnosi ma anche veloce, usava i raggi x senza protezioni, finendo così per perdere tre dita delle mani: competenza, precisione e dedizione alla cura e all’assistenza dei pazienti oltre ogni limite». A Narni c’è ancora un vivo ricordo di quel medico triestino che svolgeva pure attività pediatrica a domicilio gratuitamente quando finiva di lavorare in ospedale.

Maria Grazia Micheletti ha recentemente ricevuto al Quirinale la Medaglia d’oro al merito della sanità pubblica conferita alla memoria del suo illustre zio: intervenendo prima che iniziassero le premiazioni, ha non solo ricordato questa figura di grande medico, ma ha anche precisato che i cittadini devono essere i primi a meritarsi figure così autorevoli migliorando il proprio approccio alla sanità pubblica.

Sono stati quindi consegnati i premi Micheletti a 24 professionisti che nell’ambito della salute hanno dimostrato un’abnegazione degna del loro illustre predecessore.

Lorenzo Salimbeni

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