Francesco Bonifacio: vita e martirio di un uomo di Dio

13.09.2025 – La conclusione della Seconda guerra mondiale non significò la fine dei lutti e delle tragedie per gli italiani della Venezia Giulia, di Fiume e di Zara. L’accordo di Belgrado del 9 giugno 1945 aveva suddiviso quest’area contesa lungo la linea Morgan, che distingueva una Zona A (Trieste, Gorizia, la valle dell’Isonzo e l’exclave di Pola) sotto amministrazione militare anglo-americana ed una Zona B (l’Istria e Fiume) sotto amministrazione militare jugoslava. Nel territorio sotto controllo del regime comunista di Tito continuò la persecuzione dell’italianità, venne introdotta una nuova valuta (la jugolira), fu annientato il Comitato di Liberazione Nazionale dell’Istria che si adoperava per fronteggiare questo strisciante processo annessionistico e comunicare all’esterno la gravità della situazione, la visita della commissione interalleata che doveva stabilire i nuovi confini non potè prendere cognizione della robusta componente italiana autoctona qui presente e chi tentava di fuggire rischiava di venire uccio dalle motovedette o dai granicari lungo la linea di demarcazione.

In questo clima di terrore, fu sequestrato da due guardie popolari (la milizia jugoslavia che presidiava la Zona B) la sera dell’11 settembre 1946 Don Francesco Bonifacio, nato a Pirano nel 1912, ordinato sacerdote nel 1936 e curato di Villa Gardossi che più volte era stato minacciato da caporioni comunisti. Di lui non si seppe più nulla, uno dei fratelli che iniziò a cercarlo fu arrestato: solamente diversi anni dopo uno dei suoi assassini avrebbe rivelato che il sacerdote era stato caricato su un’auto, picchiato, spogliato, colpito con un sasso sul viso e finito con due coltellate prima di essere gettato in una foiba. Da allora i suoi resti non sono stati mai più ritrovati. Il 4 ottobre 2008 don Francesco Bonifacio è stato proclamato Beato.

Venerdì 19 settembre, alle ore 17.30, l’I.R.C.I. – Istituto Regionale per la Cultura Istriano – fiumano – dalmata presenta insieme alla Diocesi di Trieste il volume di Mario Ravalico “Francesco Bonifacio: vita e martirio di un uomo di Dio” (Ares, Milano 2025), presso il Civico Museo della Civiltà Istriana Fiumana e Dalmata, in via Torino 8 (Trieste).

Lo storico Roberto Spazzali, il quale ha curato l’introduzione del volume, dialogherà con l’Autore, alla presenza di Sua Eccellenza mons. Enrico Trevisi, Vescovo di Trieste. Ingresso libero fino a esaurimento posti.

Mario Ravalico ritorna in quest’opera su un tema a lui molto caro: la vita e il martirio di don Francesco Bonifacio. Attingendo all’ampia documentazione e alle numerosissime testimonianze raccolte negli anni, Ravalico cerca di trasmettere a parole l’anima del giovane sacerdote, la sua devozione al Vangelo, la sua profonda attenzione all’altro, lo spirito semplice e benevolo che ne hanno segnato l’attività pastorale e persino la morte. Scrive delle sue umili origini, della vocazione precoce e inoppugnabile, del suo impegno prima a Cittanova e poi a Crassiza (allora Villa Gardossi), entrambe comunità nelle quali Francesco lasciò un segno profondo, soprattutto tra i più giovani. Fu probabilmente il suo successo nel coinvolgere ragazzi e ragazze nelle attività di catechesi e di formazione alla fede tramite l’Azione Cattolica ad attirargli l’astio delle autorità jugoslave. L’opera di Ravalico ripercorre il momento drammatico della sparizione del sacerdote, i silenzi e infine il lungo processo di canonizzazione, conclusosi appena nel 2008. Pagine di storia con le quali l’autore svela di sentire un legame forte e personale, nato inizialmente tramite i genitori, che conobbero di persona la famiglia di don Francesco, e consolidatosi negli anni spesi alla ricerca della verità, nel tentativo di rispondere ai numerosi interrogativi ancora aperti sulla vicenda, non ultimo il luogo di riposo della salma di Francesco, tutt’oggi oggetto d’indagini.

 

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