11.06.2025 – A condurre il Santo Rosario del Villaggio Giuliano di Udine con riferimento al tema della pace nelle famiglie e tra i popoli è stato don Lawrence, collaboratore della Comunità Pastorale di Udine Sud-Ovest. Ormai lo chiamano “il Rosario del Ricordo”.
L’incontro, organizzato dal Comitato provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia in via Casarsa 9, si è tenuto la sera di venerdì 30 maggio, presso l’ancona della Madonna della Rinascita in onore di tutti gli istriani, fiumani e dalmati vivi e defunti. Il primo Villaggio giuliano di Udine consta di una quindicina di case costruite nel 1951-1952 «coi schei dei americani», come ricordano i profughi di Via Casarsa. L’orazione religiosa è stata preceduta dalle parole di saluto di Mirella Pomasan che, a nome dei residenti al Villaggio giuliano, ha detto: “Ricordiamo gli ultimi defunti del nostro villaggio che sono Sandro Castellani e Mauro Crisma e ringrazio don Lawrence per essere qui”. Col permesso del sacerdote, è intervenuto poi il professore Elio Varutti, del Comitato Esecutivo dell’ANVGD di Udine. “Vi porto i saluti di Bruna Zuccolin, presidente del sodalizio degli esuli giuliano dalmati, impegnata altrove – ha detto Varutti – sono qui per ringraziare chi organizza questa recita religiosa, come Alberto Nadbath, il cui babbo era esule di Abbazia, poi ricordo che proprio in questo luogo, sin dal 1952-1953, le donne giuliane e dalmate si riunivano a fine maggio per recitare il rosario, attirando altre donne e uomini del quartiere. Gli udinesi così si mescolavano con i profughi giuliani, fiumani e dalmati nel rito religioso spontaneo, meravigliando il clero locale”.
Anche quest’anno l’ingegnere Sergio Satti, esule di Pola, classe 1934, decano dell’ANVGD di Udine, ha recitato le preghiere da casa, sentendosi vicino ai partecipanti. Da anni era lui ad aprire l’incontro di devozione, per salutare i presenti a nome dell’associazione. Satti è stato vicepresidente dell’ANVGD locale dal 1987 al 2015, quando era alla guida l’indimenticato ingegnere Silvio Cattalini, esule di Zara, morto nel 2017.
“Quest’anno il Rosario è stato molto partecipato – ha detto Rosalba Meneghini, delegato organizzativo dell’ANVGD di Udine – perché gli esuli e i loro discendenti hanno voglia di ritrovarsi in questa importante tradizione di culto popolare”.
L’opera di devozione è un bassorilievo in bronzo di Domenico Mastroianni (Arpino, Frosinone 1876 – Roma 1962). La scritta sotto l’effige della Madonna dice: “Signore! Benedici queste case risorte”. Un’altra piccola targa posta, sotto i fiori, da Alberto Nadbath, nel 2016, in via Casarsa a Udine dice: “Villaggio giuliano 1953. Profughi istriani-dalmati”.
Tra la quarantina di presenti, oltre a Nadbath, si sono notati vari soci dell’ANVGD, come Bruna Travaglia, esule di Albona, che ebbe alcuni parenti uccisi nella foiba, Rosalba Meneghini, oriunda di Rovigno. C’erano poi Eda Flego, esule di Pinguente e Giorgio Gorlato, esule di Dignano d’Istria assieme a Giuseppe Capoluongo, del Club UNESCO di Udine e Claudio Paulon, figlio di Fabiola Modesto Paulon, classe 1928, esule di Fiume, impossibilitata a partecipare. C’era pure Lorena Dri, nuora di Gianfranco Laureati dirigente scomparso dell’ANVGD di Udine, esule di Zara. Con l’immancabile bandiera dell’Istria c’era pure Paolo Pertusati, di mamma piranese, consigliere comunale a Pradamano (UD). Appositamente venuti da Spilimbergo (PN) i signori Juan Pedro Bernini e Sofia Montani in Bernini, figlia del fiumano Carlo Montani e della polesana Laura Brussi, esuli a Latina. Erano presenti, infine, la polesana Maria Geissa in Battistella e Mariagioia Chersi, di Parenzo; un po’ per paura, un po’ per vergogna, non parlò quasi mai di suo padre e dello zio, uccisi dai titini e gettati nella foiba di Vines, vicino ad Albona, in Istria.
Il Santo Rosario all’aperto, come da tradizione, è stato voluto dagli esuli e dai discendenti del Villaggio giuliano, con la collaborazione pastorale delle parrocchie di San Rocco, San Giuseppe, Beata Vergine della Salute – Cormor e San Nicolò al Tempio Ossario di Udine.
Dopo la cerimonia religiosa tra i numerosi partecipanti c’è stato il brindisi del Ricordo, il festoso scambio di quatro ciacole e un rebechin istrian.
Al termine dell’evento, grazie all’Università Popolare di Trieste, sono state distribuite ai presenti alcune copie del giornale più longevo della Croazia, scritto in lingua italiana, «La Voce del Popolo» stampato a Fiume / Rijeka. Fondato nel 1889, è il quotidiano italiano dell’Istria, di Fiume e del Quarnero, edito dalla casa editrice Edit.
Fonte: ANVGD Udine – 01.06.2025
