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Foibe nascoste nella grotta di Lasko? (Rin.Balcanica 10 mar)

Visti gli eventi recenti, non è da ritenere un fatto del tuo casuale la scoperta, dopo decenni, della fosse comune nascosta in una miniera abbandonata a Hudova jama, in Slovenia. Un ritrovamento che cerca di ricordare agli italiani e i croati gli anni lontani della Seconda Guerra Mondiale, ribaltando così le accuse della persecuzione e la cacciata della comunità italiana. Nella miniera slovena di Hudova jama (Orribile grotta), oppure definita il Tunnel di Barbara, vicino alla città di Lasko, sono stati trovati imbalsamati 300 cadaveri di persone, vittime dello sterminio dopo la seconda Guerra mondiale. Il Procuratore Generale che ha assistito al ritrovamento ha parlato di un "terribile spettacolo all'interno del tunnel", ma non ha fornito nessun dettaglio ulteriore, spiegando che le indagini non sono ancora finite. I poliziotti credono che, sicuramente, all'interno delle arterie della miniera ora bloccate potranno esservi ancora un migliaio o di più,  di corpi della vittime di regime comunista. 

Nel tunnel di Barbara sono stati ritrovati i corpi imbalsamati di persone che, come dichiarato da Marko Strovs,  capo del Dipartimento per la ricerca delle tombe nascoste presso il Ministero del Lavoro di Slovenia, non sono stati uccisi con colpi di fucilazione per cui la morte è stata sicuramente provocata con il gas. Strovs spiega che la miniera nei pressi di Lasko è stata riaperta dopo più di 50 anni, considerando che già nel 1945 si parlava dei corpi delle vittime dello sterminio. La miniera, allora, è stata ostruita con un muro costruito da parte di chi ha partecipato a questo crimine ed è stata poi riaperta nel giugno dell`anno scorso. Dentro sono stati trovati  rifiuti di legname, e dopo un altro muro, oltre il quale vi era ancora della legna, che bloccava l'ingresso vero e proprio della grotta, dove è stato ritrovato un paio di scarpe.  Da lì gli inquirenti hanno proseguito nel tunnel,  dalla profondità di 72 metri e un diametro di 4 metri, dove vi è stato il rinvenimento. I corpi non erano sotto forma di scheletri, essendo stati coperti con la calce e poi ermeticamente chiusi. Tutte le vittime erano nude, senza alcun tipo di oggetto per il loro riconoscimento,  ma per gli ufficiali slovena le vittime erano sloveni,  croati, e forse anche serbi, uccisi dai partigiani. “Non ho visto mai una cosa così orribile, non potete immaginare come hanno sofferto quella gente” , spiega alla TV nazionale Joze Balazic, capo dell'Istituto di medicina legale , dopo aver visto la miniera e i corpi mummificati.

Il ritrovamento della fossa comune in Slovenia ha sollevato non poche polemiche. Janez Stanovnik, Presidente dell'Unione dei reduci della Seconda Guerra mondiale afferma che è davvero inutile "accusare di questi crimini i partigiani", affermando di non essere assolutamente a conoscenza dello sterminio dei “nemici” o di civili che non facevano parte dei partigiani. A suo parere, crimini del genere possono essere stati compiuti solo dall' armata della sicurezza sotto il potere dell'Esercito Jugoslavo JNA, che faceva capo poi alla suprema sede, tale che l'intera responsabilità dei delitti ricade su Josip Broz Tito.  Ad ogni modo si scusa per l'insepoltura dei corpi, ricordando che i veterani della Seconda Guerra Mondiale hanno sempre chiesto che “tutte le vittime di Guerra venissero seppellite dignitosamente da parte delle loro famiglie”.  Al contrario, Anton Drobnic, ex Procuratore Generale di Stato, ritiene che “lo sterminio è stato fatto con la deliberata conoscenza di Tito, ma questa non deve essere considerata come una scusa per quei partigiani che partecipavano a tali crimini”.   Drobnic chiede inoltre che  tutti coloro che hanno partecipato al crimine della miniera devono essere processati, mentre Stanovnik crede che la responsabilità sia delle truppe di comando di Belgrado, le quali hanno formato dei corpi  paramilitari.

Come spiega la Procura, della grotta si è venuto a conoscenza quando cinque testimoni che hanno preso parte a quel  crimine, hanno confessato il proprio senso di colpa prima della morte.  I minatori hanno cominciato ad aprire la miniera nel 2008, trovando scritto in  lingua serba “zaraza” (contagio), parola che  in lingua slovena si scrive “okuzba”. Dalle testimonianze, si sono  almeno altre 12000 vittime dello sterminio dopo della Seconda Guerra mondiale, ma rappresenta pur sempre un esempio dei cruenti crimini del regime comunista, considerando che sono state raccolte vari prove che collegano quella miniera alla condanna a cui era sottoposto chiunque non rispettasse il regime comunista. Si aspetta inoltre che il segreto della Grotta di Barbara sia svelato anche dall'archivio di Belgrado, considerando che tutti i documenti che si riferiscono al periodo del comunismo si trovano nell'archivio di Belgrado, in quanto capitale della ex Jugoslavia nonché città residenziale del Presidente Tito. 

La cosa più strana resta il fatto che la grotta è stata aperta proprio l`anno scorso, quando hanno avuto inizio le forti minacce provenienti dall'Italia per i crimini delle foibe. Anche la parte italiana ha confermato che tanti sono stati uccisi ‘nelle grotte’ , e che quella grotta è stata riaperta dopo anni, ma si conosceva  da anni cosa contenesse. Si pongono altrettanti dubbi su quanto accaduto nel corso della recente commemorazione delle foibe presso il paesino sloveno di Lokev (Corgnale di Divaccia) a soli 12 chilometri da Trieste, che ha richiesto l'intervento della Farnesina la quale ha protestato formalmente presso il governo sloveno,  accogliendo la sua preoccupazione circa i fatti accaduti.

Ad ogni modo, accusando i partigiani e la JNA – la quale spesso è stato definito “esercito serbo”- si cerca ancora una volta di accusare i serbi, e per questo di citano anche gli archivi di Belgrado e l'iscrizione in lingua serba dinanzi alla grotta . Belgrado di nuovo viene coinvolta definendola come la città residenziale di Tito, oppure la capitale jugoslava, e infine lo stesso termine con cui è stata sigillata quella grotta. Magari, anche la colpa per le foibe vuole essere attribuita ai “serbi” in modo che gli sloveni escano puliti non sono dalle accuse di pulizia etnica contro gli italiani, ma anche da un loro coinvolgimento con l'esercito di Tito. Le televisioni slovene e  croati continuando ad accusare dei crimini dei comunisti il popolo serbo, senza mai pensa di citare i nomi di chi ha deciso ed eseguito lo sterminio degli italiani,  espulsi e uccisi. L`ultima visita a Belgrado del Premier sloveno Borut Pahor poteva essere anche l'occasione per firmare un accordo e avere acceso agli archivi belgradesi, e giungere così alla scoperta o alla copertura del “Caso del tunnel di Barbara”. Come sempre, in queste zone, tutto dovrà essere lasciato al tempo.
 
Biljana Vukicevic

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