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Fiumana: l’ultima impresa (Tuttosport 05 dic)

TORINO. Era la primavera del 1943, l'ultima nella storia della Fiumana, il glorioso club nato dalla fusione tra Olimpya e Gloria Fiume, formazione dove si formarono tanti giocatori che partirono per il fronte, ponendo perciò fine alla storia della squadra. Per farla rinascere, oltre 65 anni dopo, ci è voluta la mente di Sergio Vatta, nato a Zara nel 1937, colui che plasmò il più grande vivaio del calcio italiano, il Torino tra il '77 e il '91, conquistando due scudetti e formando giocatori del calibro di Lentini, Fuser, Cravero, tanto per citarne alcuni. E, proprio sotto la Mole, Vatta vorrebbe vedere rinascere la Fiumana. Più di un'idea, un progetto già avviato: chiederà l'iscrizione alla Prima Divisione.

SOSTEGNO. "Ho parlato proprio questa settimana con il presidente della Figc, Abete – spiega lo stesso Vatta – è stato un incontro abbastanza interlocutorio. Però io confido anche in Macalli e Tavecchio, uomini di grande sensibilità e che conosco bene". In attesa di capire come si muoverà la Federazione, è manifesta la disponibilità del Comune di Torino, che darebbe alla nuova Fiumana lo stadio "Primo Nebiolo" all'interno del Parco Ruffini e il Parco della Colletta come sede degli allenamenti. Poi ci sarebbe il sostegno di coloro che hanno vissuto, anche indirettamente, l'esodo e l'orrore delle Foibe. Pure all'interno della città, visto che Cobolli Gigli e Marchionne, uomini Juve, sono entrambi di origine istriana.

Piero Venera

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