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Federazione Esuli: le posizioni a confronto

Il Consiglio Federale delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati, nella sua riunione del 26 maggio scorso, ha accolto all’unanimità la richiesta delle Comunità istriane di rientrare nella Federazione degli Esuli, dalla quale erano uscite oltre dieci anni fa, ed ha preso atto delle dimissioni dell’Unione degli Istriani di Trieste e del Libero Comune di Pola in Esilio.
Un passo reso necessario
– afferma in una nota la Federazione – per l’immobilità alla quale Unione e Libero Comune avevano costretto la Federazione con una contrapposizione costante e pesante su qualsivoglia iniziativa. Nonostante ciò la Federazione, continua ad operare: al di là degli attacchi e delle continue pressioni, è riuscita a raggiungere risultati della massima importanza, partendo dall’operato dei suoi rappresentanti nel Tavolo di concertazione con il Governo. Ha dato loro mandato, infatti, di sostenere con forza le istanze per la restituzione dei beni immobili ancora disponibili e l’equo e definitivo indennizzo di quelli non restituibili.
Progressi nelle trattative con il Governo sono stati fatti nel settore delle case popolari destinate agli esuli e nella corretta indicazione anagrafica delle città dei nati nei territori ceduti quando queste facevano parte del territorio nazionale italiano. Si è proceduto poi ad avviare iniziative per quanto concerne il censimento e salvaguardia dei cimiteri e l’estensione della qualifica di profugo ai figli degli esuli.

Le motivazioni di tale dissenso sono da ricondurre alle critiche rivolte da Massimiliano Lacota, presidente dell’Unione degli Istriani di Trieste, all’attuale amministrazione delle Federazione degli Esuli guidata dalla presidenza di Renzo Codarin, legata in particolar modo alle conseguenze negative del rinnovo degli Organi sociali avvenuto la scorsa primavera.

In particolare il presidente dell’Unione annuncia di voler portare avanti un nuovo ed unitario organismo, basato sulla “collegialità e sulla legalità delle decisioni statutarie”.
Entro poche settimane – annuncia Lacota in una nota al Piccolo di Trieste -, se non troveremo un accordo, le due Associazioni (Unione degli Istriani e Libero Comune di Pola in Esilio) e altre componenti degli esuli sul territorio nazionale, daranno impulso al nuovo ed unitario organismo, il Co.Es.I del quale il Governo italiano, in virtù del peso e della rappresentanza (oltre trentamila per la sola Unione degli Istriani) di ciascuno, dovrà tenere conto”.
Lacota nella sua nota accusa apertamente il presidente Codarin di non aveva mai riunito gli organi esecutivi e federali negli ultimi 15 mesi.

Se le spaccature diventano inevitabili, allora, secondo la Federazione “è giusto procedere per delineare nuovi scenari”. Per quanto concerne la Federazione – vale a dire ANVGD, Libero Comune di Fiume in Esilio e Libero Comune di Zara e Dalmati nel Mondo, che attualmente la compongono – “c’è unità d’intenti nel proseguire la strada dettata proprio dallo spirito che ha portato al Giorno del Ricordo, vale a dire: coinvolgimento dell’Italia civile nella riflessione sulle pagine di storia che ci caratterizzano, chiarezza ed incisività sui diritti degli Esuli e soluzione veloce delle questioni che li riguardano, collaborazione con il Governo ed istituzioni, ricchezza delle iniziative a favore della memoria di un popolo e sulle possibilità di ampliamento del suo impegno nel presente e nel futuro”.

Sulla questione interviene anche Giorgio Varisco, Segretario generale della Federazione, precisando le attività svolte in questo anno di presidenza Codarin.

"Dopo l’elezione di Renzo Codarin a Presidente della Federazione degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati, l’Esecutivo federale si è riunito a Trieste il 21 marzo 2006 per discutere e deliberare all’unanimità i nove punti qualificanti delle richieste degli esuli in discussione con il Governo. A Roma il 17 luglio si è riunito per discutere e deliberare all’unanimità la ripartizione dei fondi a favore delle Associazioni degli Esuli in base alla legge 193/2004. A  Mestre il 13 novembre 2006 si è riunito per discutere e concordare le modalità di svolgimento della manifestazione del 10 febbraio 2007, giorno del ricordo.
Le dimissioni dalla Federazione degli Esuli del Comune di Pola in Esilio e dell’Unione degli Istriani sono pervenute alla Segreteria Generale il 23 e 24 maggio quando da giorni era stato convocato il Consiglio federale che si è regolarmente svolto a Mestre il 26 maggio u.s. con l’approvazione del bilancio 2006.

Sulla base dei nove punti programmatici definiti nel 2006, a Roma il 20 febbraio 2007 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri la Federazione degli Esuli e le Comunità Istriane hanno partecipato ad un primo incontro nel quale si è definita l’istituzione di una serie di tavoli di lavoro con il Governo per trovare soluzione alle numerose problematiche ancora da risolvere.
A Roma il 23 aprile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri si sono riuniti il Gruppo di Lavoro in materia di assegnazione di alloggi ai profughi per richiedere la corretta interpretazione delle norme e la soluzione di alcune problematiche locali ancora pendenti. Lo stesso giorno si è svolto il Tavolo di Lavoro in materia di indennizzi al fine di ottenere finalmente l’equo e definitivo indennizzo per i beni degli esuli tenendo conto delle quote già pagate ed aggiornando l’ammontare dovuto e gli importi erogati in base ad indici obiettivi concordati, sino alla data di un  nuovo provvedimento.
Sempre a Roma il 7 maggio si è riunito il Gruppo di Lavoro in materia di pensioni durante il quale si è richiesta la regolarizzazione delle situazioni previdenziali tuttora irrisolte, le contribuzione per periodi di detenzione nei campi di concentramento ex-jugoslavi (proposta Menia) e contribuzione di periodi di lavoro nelle zone cedute (prevalentemente prima dell’esodo dalla zona B).
Il 16 maggio presso il Ministero degli Affari Esteri, alla presenza della Direzione Affari Europa, si sono svolti i colloqui  del Gruppo di Lavoro in materia di restituzioni e dei cimiteri. Si è rinnovata la richiesta della restituzione dei beni espropriati e/o nazionalizzati o a forme sostitutive di compensazione da parte degli stati Sloveno e Croato e la non discriminazione delle legislazioni interne nei confronti dei cittadini italiani. Il  12 ottobre 2005 la Federazione aveva chiesto l’invalidità sul piano giuridico del Trattato di Roma del 1983 tra Italia e Jugoslavia, che prevede la liquidazione concordata per i beni italiani della ex zona B del Territorio Libero di Trieste, sollecitando il Governo Italiano a denunciare l’accordo stesso per inadempienza chiedendo l’avvio di una nuova trattativa con le controparti al fine di esaminare tutte le possibilità di restituzione dei beni ancora liberi e la congrua rivalutazione al valore reale di mercato per quelli non liberi.

Ai Gruppi di Lavoro sono state inviate ed hanno partecipato tutte le Associazioni aderenti alla Federazione degli Esuli e l’Associazione delle Comunità Istriane.
La Federazione è inoltre intervenuta presso il Ministero dell’Interno per richiedere nuova attenzione da parte del Governo sul problema dell’anagrafe e dei documenti di identità, patenti, tessere sanitarie, posizioni pensionistiche, codice fiscale degli esuli richiedendo il puntuale uso della toponomastica italiana senza l’indicazione del Paese di attuale appartenenza.

Queste le più recenti attività della Federazione degli Esuli così come documentate presso questa Segreteria Generale. "

 

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