LETTERE
Non mi meraviglio affatto di come il sig. Antonio Macchi risponde al sig. Ursini sul problema secolare degli istriani. Non mi meraviglia neppure il profondo rancore che molti istriani mostrano di portare ancora oggi verso i triestini. Per farsi un’idea in proposito sarebbe bene rileggere quanto scriveva Giuditta Parente al marito Antonio Madonizza, rappresentante istriani per la costituente a Vienna nel 1848, a riguardo della 1.a guerra di indipendenza e della posizione assunta da Trieste e dai suoi cittadini. Riporto le sue parole pubblicate nel libro di Marina Petronio dal titolo «Un provinciale a Vienna».
«Ad ogni momento si ricevono nuovi dettagli intorno all’infame tradimento di Carlo Alberto. Qui (a Trieste) i giornali ne parlano senza riserbo. Qual gloria adunque possono vantare la armi austriache? Nonostante, i triestini votarono un indirizzo al Radetzki. Io (la Giuditta Parente) nel leggerlo tremavo di sdegno. Popolazione più esecrabile e maledetta non esiste sulla faccia della terra. Se Dio è giusto, riserbi alla vilissima città la sorte di Sodoma».
Non mi meraviglio quindi se le decine di migliaia di istriani e dalmati, accolti a Trieste dopo la seconda guerra mondiale, in momenti molto difficili per tutti, non abbiano mai sentito il bisogno di ringraziare questa città per l’ospitalità ricevuta, nonostante che il loro arrivo abbia costretto altrettanti triestini a emigrare in Australia.
Dirò di più. Rispetto ai triestini essi hanno avuto dei privilegi quali, ad esempio, precedenza nelle liste di collocamento, precedenza nell’assegnazione delle case popolari, i loro figli, anche se nati a Trieste, sono stati esentati dal servizio militare, sono stati agevolati a riguardo della pensione (in molti casi sette anni di contributi regalati) e ancora oggi a essi viene riconosciuto un bonus di alcune decine di euro in aggiunta alla pensione.
E ancora. Sono stati costruiti per loro interi borghi (a Sistiana, Villaggio del Pescatore, a Muggia, a Rozzol, solo per indicare alcuni) su terreni espropriati ai triestini a prezzi irrisori. Ma i triestini che hanno dovuto abbandonare la loro terra per andare in Australia e quelli che hanno perso casa e terra in seguito agli espropri hanno dimostrato grande dignità evitando di lamentarsi come invece altri fanno ormai da più di cinquant’anni.
Un’ultima cosa: non si sono accorti, dopo sessant’anni, che se l’Italia fascista di Mussolini, alleata della Germania di Hitler, non avesse occupato la Jugoslavia, gli esuli istriani e dalmati vivrebbero ancora nelle loro terre?
Sergio Baldassi