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Esuli e triestini (Il Piccolo 30 dic)

LETTERE

Sono costretto a rispondere alla gentile signora Piazza la quale, sulle Segnalazioni del 15 dicembre, ha contestato il contenuto della mia del 15 ottobre.

Devo purtroppo constatare che la signora Piazza mostra di non aver colto il significato di quanto ho scritto ed è caduta nel solito e abituale piagnisteo.

Nella lettera succitata ho voluto ricordare che: se Mussolini non avesse dichiarato guerra agli alleati e non avesse invaso militarmente la Jugoslavia, non ci sarebbe stato l’esodo, poiché l’Istria e la Dalmazia (Zara) sarebbero rimaste italiane. In varie zone della città e del circondario sono stati costruiti dei veri villaggi, solo per i profughi, espropriando le terre ai triestini (Villaggio del Pescatore, Aurisina, Sistiana, Prosecco, Rozzol, Muggia, ecc.). I profughi hanno potuto usufruire di varie agevolazioni, rispetto ai triestini, quali, ad esempio, precedenza nelle liste di collocamento e nell’assegnazione delle case popolari, in molti casi gli sono stati regalati fino a sette anni di contributi ai fini pensionistici e coloro che sono attualmente in pensione percepiscono un bonus di alcune decine di euro mensili.

Alle decine di migliaia di istriani e dalmati accolti a Trieste, fanno riscontro altrettanti triestini che sono dovuti emigrare, guarda caso, anche loro in Australia, Canada, ecc.

E ho voluto ricordare che anche i triestini hanno subito le stesse sciagure, ma le hanno sopportato con dignità e silenzio.

Anch’io, ad esempio, come tanti altri triestini, durante la guerra e anche dopo, ho dovuto vivere in ricoveri di fortuna per aver subito i bombardamenti del 1944 che hanno distrutto l’abitazione della mia famiglia. E non mi sono mai lamentato.

Sergio Baldassi

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