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E QUESTI SAREBBERO I NOSTRI STUDENTI?

Da "Difesa Adriatica" di luglio, sto leggendo tutte le prese di posizione contro l'assedio dei Collettivi rossi al preside prof. Pescosolido, a proposito delle Foibe.

Università composte da collettivi l'un contro l'altro armati… Ma quando studiano? Dico lo studio vero, quello fino alla laurea…

Una sola riflessione: come vedere "docenti" o "rettori" un domani? Che cosa insegneranno?

Al maestro Dorigo di Pola, condannato ai lavori forzati, tra i capi d'accusa fu inserito "corruttore di minorenni"!!! Uomini come lui, invece c'insegnarono ad amare Dio, la Patria e la famiglia, a leggere e scrivere, amare i nostri maggiori poeti, scrittori, inventori, educatori…

Il flop degli esami di stato di oggi hanno mostrato le lacune… E domani? E oltre?

Silvia Franzi ved. Virdis, Oristano

 

La qualità degli studenti che escono dalle nostre scuole e dalle nostre università è ben nota e non è certo una cosa di cui andare fieri. Nel nome della libertà di organizzazione e di decisione, agli studenti oggi viene concessa una sorta di anarchia controllata, il cui unico risultato è quello di leggere laureati che stentano a scrivere in italiano, che al nome di Carducci associano un uccellino, che quello di Manzoni ricorda loro solo un viale della loro città.

Questo si riflette anche sull'approfondimento sulle nostre vicende storiche. Invece di cercare la presenza e la testimonianza di protagonisti e storici, in questa anarchia scolastica controllata ognuno cerca l'opinione di chi gli è politicamente più vicino, cercando naturalmente di imporla agli altri.

Non c'è una ricerca della verità, ma la ricerca della sopraffazione culturale. Ecco così che fioriscono, sulle nostre vicende, le teorie più strampalate. E con questa generazione che cresce, contrariamente a quello che ci saremmo aspettati dall'istituzione del Giorno del Ricordo, sarà sempre più difficile proporre i nostri argomenti e far capire a intere generazioni che talvolta è necessario abbassare ogni bandiera, spegnere ogni megafono e limitarsi al rispetto della verità storica e della scia di sangue e di dolore che ha lasciato in tutti noi.

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