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Droga dall’Istria, arresti a Trieste (Il Piccolo 17 ago)

Eroina proveniente dalla Slovenia e destinata alla piazza di San Giacomo. L’hanno intercettata nei giorni scorsi gli uomini della Finanza e la squadra di polizia giudiziaria della municipale.

Nella rete sono caduti tre triestini, tutti arrestati con l’accusa di spaccio. Uno di loro è particolarmente noto alle cronache cittadine. Si tratta di Gerardo Deganutti, 51 anni, fondatore del movimento «Pot» (Prima organizzazione triestina) e responsabile, negli anni, dell’invio di decine di lettere minatorie a politici, sedi di partito e associazioni, nonchè di aggressioni «eccellenti». L’ultima, avvenuta nell’aprile scorso, aveva avuto come vittime gli ex assessori regionali Michela Del Piero e Roberto Cosolini, intercettati fuori da un ristorante.

Questa volta Deganutti è stato bloccato da finanzieri e agenti mentre camminava a San Giacomo, poco lontano dalla sua abitazione. Addosso gli è stata trovata dell’eroina già suddivisa in dosi e pronta per essere venduta. Alla vista delle forze dell’ordine, il 51enne avrebbe tentato prima di nascondere lo stupefacente e poi di sfuggire al controllo, sferrando calci e pugni e finendo anche a terra in mezzo alla strada. La rissa è durata diversi minuti ma, nonostante gli sforzi di Deganutti, si è conclusa ugualmente con il suo arresto e il successivo trasferimento al Coroneo. In carcere ha passato comunque poche notti. Il fondatore del Pot, che sostiene di avere un ruolo marginale nel giro di droga portato alla luce a cavallo di Ferragosto, è stato rimesso in libertà l’altro giorno dal gip Raffaele Morvay.

In carcere con l’accusa di spaccio sono rimasti invece gli altri due arrestati, un triestino di 30 e uno di circa 40, entrambi con una lunga lista di precedenti penali alle spalle. Secondo gli investigatori, che solo nei prossimi giorni renderanno noti i particolari dell’operazione, avevano messo in piedi un’attività particolarmente redditizia. Compravano infatti la droga quasi quotidianamente in Slovenia, soprattutto ad Isola d’Istria e Macovez, e la rivendevano poi a San Giacomo, non senza aver prima ritoccato sensibilmente all’insu i prezzi. Per un «quartino» di eroina, vale a dire una dose da 0,25 grammi, chiedevano circa 100 euro. Cifra considerevole soprattutto alla luce della tipologia di clienti: i tossicodipendenti «storici» e spiantati del popoloso rione cittadino.

È lì del resto che da tempo si concentra l’attività di spaccio di stupefacenti a Trieste. E , di conseguenza, è sulle strade attorno a Campo San Giacomo che si soffermano con maggior insistenza controlli e indagini di polizia, carabinieri, finanza e municipale. Intercettare pusher e clienti non è difficile, anche perchè l’incontro tra domanda e offerta avviene spesso anche all’aperto.

Il più delle volte basta appostarsi davanti ad uno dei tanti bar e osterie della zona per vedere bustine di polvere bianca e banconote che passano di mano in mano. (m.r.)

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