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Denon Poggi: Codarin affida l’IRCI alla sinistra (Il Piccolo 03 ago)

L’INTERVENTO DI RACHELE DENON POGGI, DELEGATA DALMATA NEL CONSIGLIO GENERALE DELLA FEDERESULI su “Il Piccolo” del 3 agosto 2012)

 

L’improvvisa sterzata a sinistra del presidente della Federesuli Codarin, che comporta un epocale cambiamento di rotta della Federazione, ha mostrato i suoi primi risultati in occasione della consegna dell’Irci alla sinistra degli ex democristiani morotei e agli ex comunisti del Pd. Questa scelta di Codarin fatta all’insaputa di tutti non poteva che essere stigmatizzata dagli esuli fedeli alla nostra tradizione. Dopo la presa di posizione di vari esuli su Facebook e sui vari siti internet, primi fra tutti l’architetto Gianna Duda Marinelli e l’onorevole Renzo de’ Vidovich che ha pubblicato una pepata lettera su Il Piccolo il 19 luglio, i nuovi amici di Codarin hanno cominciato col venire allo scoperto e tra questi il presidente dei “rimasti” Maurizio Tremul, che ricordo ospite di un fruttuoso dibattito al Raduno dei Dalmati di qualche anno fa seguito da un altro dibattito con l’onorevole Furio Radin, deputato italiano al Sabor di Zagabria. Resto piuttosto sorpresa dall’iniziativa di Tremul, che ricordo persona di sinistra ma molto equilibrata e assennata, il quale propone con tanto di mozione dell’Unione italiana di Fiume che il finanziamento dello Stato italiano agli esuli sia negato all’Unione degli Istriani, colpevole di avere una posizione molto critica, peraltro del tutto legittima anche se non sempre condivisibile, sul passato dell’Unione degli Italiani di Fiume e dell’Istria ma anche nei confronti della rinnovata Unione italiana. È ben vero che la Legge 191 del 2009 consente curiosamente che l’Unione italiana di Fiume dia un parere non vincolante sui progetti presentati dalle varie associazioni, comitati e organizzazioni degli esuli, ma ciò non conferisce ai “rimasti” il diritto di discriminare le associazioni a seconda che siano più o meno critiche nei confronti dell’Unione italiana di Fiume. Evidentemente nel passaggio dall’Unione degli italiani, un’emanazione della Lega dei comunisti jugoslavi, all’Unione italiana della Croazia e della Slovenia democratiche, sono rimasti attaccati ai concetti di censura e di discriminazione che l’Ozna applicava con bieca feroccia proprio nei confronti dei “rimasti” per indurli all’esilio o alla sottomissione. La legge 191/09 consente all’Unione italiana di Fiume di dare solo un giudizio su ogni singolo progetto, ma non conferisce la facoltà di discriminare le associazioni che hanno diritto di partecipare al modesto finanziamento dello stato italiano, di gran lunga inferiore a quello elargito all’Unione italiana di Fiume, sul quale nessuno può mettere il naso. Sorprende poi che venga proposta questa discriminazione solo nei confronti dell’Unione degli Istriani e che nulla l’UI dica nei confronti dell’Associazione delle Comunità istriane che si sono sempre battute perché la Federazione non avesse contatti con i rimasti e tanto meno con la loro organizzazione. Voglio ricordare anche nell’ultima seduta del Consiglio generale della Federazione risalente al lontano 18 giugno 2011, il direttore della “Voce Giuliana” Giovanni Tommasi unitamente a un altro delegato delle Comunità istriane (silenti il presidente Lorenzo Rovis e il quarto delegato) si scagliarono con forza contro i rimasti. Come mai Tremul propone sanzioni cosi pesanti e illegittime contro l’Unione degli istriani e tace sulle Comunità istriane responsabili del fatto che la Federazione non ha avuto contatti con i rimasti? Sorge legittimo il dubbio che Tremul si sia speso per difendere le nuove posizioni sinistrorse di Codarin attaccando i nemici storici del presidente della Federesuli e abbia taciuto sugli amici di Codarin, anche se si trovavano nella stessa medesima condizione 

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