(ANSA) – ZAGABRIA – Il complesso del monastero di Daila e i
terreni circostanti del valore di circa 30 milioni di euro,
nell’Istria nordoccidentale, ragione di scontro tra il Vaticano
e la diocesi di Pola e Parenzo, potrebbero essere restituiti
allo Stato croato e non ai benedettini dell’Abbazia di Praglia,
nel Padovano, che ne erano proprietari fino al 1948.
Secondo il quotidiano di Zagabria Vecernji list, nel processo
avviato presso il tribunale di Buie, in Istria, dai benedettini
di Praglia contro la Croazia, il comune locale e la diocesi, si
e’ costituita parte nel contenzioso anche la Repubblica di
Croazia tramite la magistratura locale.
I pm sostengono che nel 1999, quando il monastero e’ stato
dato alla diocesi istriana in base alle leggi croate sulla
restituzione dei beni confiscati e nazionalizzati nel periodo
comunista, e’ stato commesso un errore. Infatti, in base agli
Accordi di Osimo del 1975, tra l’Italia e la Jugoslavia, i
benedettini italiani sono stati risarciti per 1,7 miliardi di
lire proprio per l’immobile in questione e questo dunque non
poteva essere oggetto di una seconda restituzione, ne’ ai frati
benedettini ne’ alla Chiesa in Croazia. ”L’Abbazia di Praglia
non ha piu’ nessun diritto sugli immobili in questione e ad essa
non possono essere applicati gli Accordi tra la Croazia e la
Santa Sede sull’indennizzo per i beni confiscati in periodo
comunista”, si legge in una lettera inviata dalla magistratura
croata alla diocesi di Pola qualche giorno fa, citata dal
giornale.
Se questo errore e’ stato veramente commesso, ovvero se la
diocesi di Pola e Parenzo ha indebitamente ottenuto l’immobile,
probabilmente anche grazie al clima di accondiscenza che i
governi di Zagabria negli anni Novanta mostravano verso la
Chiesa cattolica, allora il legittimo proprietario e’ lo Stato.
Questa ipotesi e’ stata ieri confermata indirettamente anche dal
rappresentate della diocesi istriana, il cancelliere Ivan
Jakovljevic, che in un’intervista ha dichiarato che ”nel caso
si mostrasse che la diocesi non abbia diritto al monastero,
restituira’ tutto allo Stato croato”. (ANSA).
(courtesy Eufemia Budicin)