rassegna scala

Da Fiume al mondo, sul mare e al timone (23dic14)

 

I fiumani esuli e non hanno avuto care la figura e la penna di Giulio Scala, per molti anni instancabile collaboratore di periodici e siti dell’esodo, dalla Voce di Fiume alla Mailing List Histria, alla Voce del Popolo. Le sue Ciacolade – storie e ricordi scritti in dialetto – hanno intrattenuto a lungo concittadini e lettori sulle memorie di un luogo natale per tanti versi veramente unico, come è stata per secoli la città adriatica. Nelle sue “chiacchierate” si sono riconosciuti tutti gli esuli dal Quarnero che hanno corrisposto con l’autore in un comune sentire saturo di amore e di nostalgia, di malinconia e di orgoglio, in quella lingua domestica e intima – il dialetto fiumano intriso di prestiti – che con l’esodo ha subito assunto ruolo e forza identitari.

 

Una piccola ma significativa scelta di Ciacolade viene ora pubblicata – con altri materiali – a cura della figlia Cristina, che ha amorevolmente voluto rendere omaggio al padre (e alla madre, a sua volta profuga dai Sudeti), erede sensibile dunque di un tesoro di memorie e di storie che hanno affascinato la sua infanzia e non sono andate perdute.

 

Esule in un campo profughi, poi studente al Collegio Nicolò Tommaseo di Brindisi, Giulio Scala – conseguito il grado di Commissario di bordo nella Marina Mercantile – trascorse significativa parte della sua vita sulle navi, toccando ogni parte del mondo e ogni condizione di vita: dalla frequentazione dei mari e delle genti scaturivano i suoi racconti che agli ignari lettori contemporanei possono talvolta apparire quasi esotici per scenari e personaggi, ma che riflettono semplicemente le esperienze umane e professionali del narratore. Un’attenzione a parte meritano le descrizioni di Fiume e le origini della famiglia, ungheresi ebraiche, a conferma di un melting pot antico e irripetibile che permetteva la convivenza senza discriminazioni di comunità diverse nella sintesi operata dall’identità fiumana. La semplicità con la quale Giulio Scala si avvicinava alle nuove e contraddittorie realtà incontrate nel corso della sua professione aveva origine nell’antica e naturale attitudine appresa nella sua città natale, di coabitare e relazionarsi con persone, collettività e ambienti differenti e talvolta insoliti, dei quali questo amorevole libro dà giusto conto. Non è retorico dire che la sua vita vissuta nei diversi continenti e Paesi – lavorò anche in Germania – a contatto con genti e condizioni disparate aveva le sue liquide radici nel «profumo salmastro delle alghe» del mare fiumano, culla primigenia di partenze e di conoscenza.

 

Patrizia C. Hansen

 

Cristina Scala, Ricordi fiumani di Giulio Scala,

ilPigiamadelgatto, Genova 2014, pp. 151, s. i. p.

 

 

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