ANVGD_cover-post-no-img

Croazia, si dimette a sorpresa il premier Sanader (Il Piccolo 02 lug)

di ANDREA MARSANICH

ZAGABRIA È stata una mossa clamorosa, che ha sorpreso e spiazzato tutti, anche i più attenti conoscitori della vita politica croata. Ieri il premier Ivo Sanader, 56 anni, ha rassegnato le dimissioni dall’incarico, annunciando in una conferenza stampa straordinaria – svoltasi nel pomeriggio ai Banski Dvori a Zagabria – di volersi ritirare anche dalla carica di presidente della Comunità democratica croata, o Accadizeta, il partito guida della coalizione di centrodestra al potere nel Paese.

«È giunto il momento di dire basta – così Sanader tra una selva di microfoni e telecamere, il volto continuamente illuminato dai flash delle macchine fotografiche – ho deciso di dare le dimissioni dopo un periodo di ponderata riflessione. Mi ritiro, per questioni personali, dalle funzioni di premier e presidente dell’Accadizeta, mi ritiro dalla politica».

LE CAUSE Una notizia bomba, che ha avuto un effetto dirompente in Croazia, Paese segnato da una profonda crisi economica e impantanato, a causa del veto sloveno provocato dalla controversia confinaria, nel cammino verso l’ambita Europa comunitaria. Bersagliato dal fuoco di fila delle domande dei giornalisti, Sanader ha dichiarato di non avere gettato la spugna per motivi di salute, come si stava mormorando negli ambienti politici e giornalistici («Grazie a Dio, sono sano», ha detto), né perché le presidenziali sono in programma all’inizio del 2010: «Non ho alcuna intenzione di candidarmi, lo escludo in maniera categorica», ha aggiunto. A quel punto, la domanda di un giornalista è risultata la più logica possibile: «Sta quindi abbandonando una nave prossima all’affondamento?». L’ormai ex primo ministro dalmata ha negato l’addebito, ripetendo di avere fatto il possibile per il benessere e lo sviluppo della Croazia. Poi più avanti ha fatto presente di avere informato della sua decisione il Capo dello Stato, Stipe Mesic (che si è dichiarato «sorpreso», ndr), rilevando che l’alleanza di centrodestra resta e resterà compatta e che la scelta relativa al suo successore è caduta sulla vicepresidente del governo e ministro dei Reduci, la fedelissima (di Sanader), Jadranka Kosor.

LA SUCCESSIONE «Abbiamo già raccolto le firme di 83 deputati della coalizione governativa, a sostegno della Kosor quale premier incaricato – ha aggiunto Sanader – abbiamo dunque le firme della maggioranza parlamentare e dunque non vi dovrebbero essere intoppi nella formazione del nuovo esecutivo». In base alla legge croata, e in caso di dimissioni del premier, tutti gli altri componenti della compagine ministeriale devono considerarsi dimissionari. Ora Sanader, in carica come premier dal 2003 e come presidente Hdz dal 2000 (assunse la direzione subito dopo la morte di Franjo Tudjman), rimetterà il mandato al Sabor e se le dimissioni saranno accettate, il governo risulterà sciolto. Se nell’arco di 30 giorni, il parlamento non dovesse concedere la fiducia al premier incaricato e alle persone proposte a far parte dell’ esecutivo, il presidente del Sabor informerà di ciò il presidente della Repubblica, che dovrebbe pertanto sciogliere subito il Sabor e indire elezioni parlamentari straordinarie. Uno scenario difficilmente realizzabile, in quanto il centrodestra al potere appare solido e prova ne sia l’appoggio compatto alla Kosor. Quest’ultima, secondo voci ufficiose, potrebbe subentrare a Sanader anche alla presidenza dell’Accadizeta.

I NODI IRRISOLTI Ma perché Sanader si è tolto di mezzo, in un momento in cui la Croazia ha bisogno di tutto fuorché di crisi governative e d’instabilità e incertezza? Uno dei motivi, illustrato dallo stesso Sanader, è rappresentato dalla frustrazione di non poter risolvere il contenzioso dei confini con la Slovenia (che blocca la marcia croata verso l’Europa) e di non avere, in tal senso, un aiuto da Bruxelles. Vi è poi la sensazione che Sanader non intenda fare da parafulmine alla recessione che ha investito il Paese (ma della quale, assieme al suo governo, ha precise responsabilità) e che dunque non voglia essere ricordato come primo ministro fallimentare. Il suo addio non è però definitivo, in quanto in conferenza stampa ha ammesso che più in là non sarebbe da escudere il rientro nell’arena politica.

LE REAZIONI «È una cosa che non doveva accadere – così il presidente dell’Unione Italiana e deputato al seggio Cni al Sabor, Furio Radin, presente a Vilnius, in Lituania, all’ Assemblea annuale Osce – ora cambia tanto, forse tutto. Sì, sono sorpreso di queste dimissioni, peraltro rassegnate in un momento particolarmente difficile in Croazia. Quale sarà ora il rapporto tra l’Unione Italiana e il futuro governo di centrodestra? Voglio ricordare che il sottoscritto e Sanader hanno firmato l’intesa a tutela della nostra Comunità nazionale. Non sempre, anzi, mi sono trovato d’accordo con il premier dimissionario. Il ritiro di Sanader cambia però la storia del nostro accordo, accordo che per me è come una piccola bibbia, essendo stato sostenuto dall’Unione Italiana e dalla Comunità nazionale italiana. Mi chiedo, da Vilnius, come mai i miei colleghi deputati delle minoranze abbiano potuto firmare l’appoggio alla Kosor, senza avere prima parlato della necessità di rispettare i patti tra il futuro governo e le minoranze nazionali». Tra le varie reazioni negli ambienti internazionali, da citare che il presidente della Commissione europea, Barroso, e il commissario europeo per l’Allargamento, Rehn, hanno lodato l’operato di Sanader e il suo attaccamento alle idee di integrazione, dicendo di sperare che la Croazia scelga in tempi rapidi il nuovo premier, per far andare avanti le riforme nel Paese».

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.