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Croazia: protesta ufficiale contro francobollo su Fiume

Una protesta ufficiale con le autorità italiane contro l'emissione del francobollo delle Poste italiane che definisce la città croata di Rijeka come "Fiume, terrà già italiana". E' quella che oggi è stata avanzata dal ministero degli Esteri croato dopo l'uscita, il 10 dicembre, del francobollo. Originariamente l'uscita era stata fissata per il 30 ottobre, ma aveva subito uno slittamento provocando proteste, questa volta in Italia, da parte di molti esponenti politici e delle associazioni di esuli istriani. Poste Italiane, nel rendere nota la decisione di spostare di qualche giorno l'uscita, affermò che essa era stata "assunta, su richiesta del Ministro delle Comunicazioni, dopo la segnalazione del Ministero degli Affari Esteri per una valutazione ulteriore circa il momento più opportuno per dare corso all'emissione filatelica" Secondo il comunicato croato, il cui contenuto è stato riportato dall'Afp, il ministero degli Esteri di Zagabria avrebbe rivolto alle autorità italiane un pressante invito a prendere "misure adeguate" per impedire che il francobollo continui a essere distribuito. Il francobollo, da 0,65 euro, ritrae la facciata del Palazzo del Governatore dell'odierna Rijeka – che oggi ospita il Museo marittimo e storico del litorale croato – sormontato dalla scritta "Fiume – terra orientale già italiana" che ha provocato la reazione croata. Il 30 ottobre, in occasione della decisione di rimandare l'uscita del francobollo, tra i primi a protestare fu Lucio Toth, presidente dell'Associazione nazionale Venezia Giulia, che disse che "cedendo alle intimidazioni del Governo croato, l'Italia ha negato secoli di storia e rinunciato alla sua sovranità, non solo nelle cause penali ma anche neifrancobolli". "Pochi millimetri di carta hanno risvegliato il complesso d'inferiorità che affligge i croati più arretrati", aggiunse Toth, dicendo che "per loro, solo ricordare che Fiume, come l'Istria, erano terre italiane è un'offesa. A nulla sono valse le assicurazioni della Farnesina che non si trattava di rivendicazioni territoriali ma di semplice storia". La decisione di fare slittare l'uscita del francobollo per Massimiliano Lacota, presidente dell'Unione degli istriani era stata "un provvedimento inaccettabile, che oltre a confermare l'arrendevolezza del Governo italiano, in nome dei 'buoni rapporti' con la Croazia e la Slovenia, umilia sfacciatamente gli esuli fiumani, istriani e dalmati di fronte all'intera comunità nazionale".

 

fonte Ansa

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