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Croazia in UE: Sarkozy chiede stop (Apcom 20 giu)

Bruxelles, 20 giu. (Apcom) – Se lo stop decretato da Sarkozy fosse totale, l'effetto sarebbe "devastante", avverte un diplomatico Ue, preoccupato soprattutto dalle conseguenze di un blocco dei capitoli negoziali con Ankara in un momento di pesante crisi politica in Turchia, dove la Corte costituzionale prepara il verdetto sulla legalità del partito di governo, l'Akp del premier Recep Tayyip Erdogan. E non meno grave sarebbe un congelamento della prospettiva europea di Belgrado, dove l'Ue si sta spendendo molto per favorire la nascita di un governo europeista e per far superare al Paese il trauma dell'indipendenza del Kosovo. Per la Macedonia, poi, sarebbe un'altra tegola, dopo il fallimento dell'ingresso nella Nato ad aprile a causa della disputa con la Grecia sul nome ufficiale del Paese.

In realtà le parole sembrano rivolte a mettere con le spalle al muro il presidente ceco Vaclav Klaus, sponsor dell'allargamento come tutti i suoi colleghi della 'Nuova Europa' ma nemico risoluto del Trattato di Lisbona, che ha dichiarato "finito" dopo il 'no' irlandese. A rafforzare questa intepretazione contribuiscono le conclusioni adottate oggi dai Ventisette, dove si riafferma all'unanimità il "pieno sostegno" alla prospettiva europea dei Balcani.

Tatticamente, queste minacce sono rivolte ai cechi e agli altri euroscettici molto inclini ad allargare l'Ue. Il presidente Sarkozy gli ha voluto dire: 'non potete avere la botte piena e la moglie ubriaca'", spiega una fonte diplomatica. "Il ragionamento non avrebbe lo stesso valore se avesse escluso la Croazia da questo ragionamento", aggiunge. Il primo ministro ceco Mirek Topolanek, che per evitare di essere messo alla berlina dai colleghi Ue deve tentare di far tornare Klaus sui suoi passi, ha colto la palla al balzo. "Tutti sanno che senza emendamenti il Trattato esistente di Nizza non consentirà degli allargamenti ulteriori", ha affermato giovedì sera.

Tecnicamente, l'ingresso di Zagabria sarebbe possibile rimodulando il peso degli Stati membri all'interno del Consiglio Ue e aggiustando la composizione di Commissione e Parlamento europeo. Ma richiederebbe un nuovo lacerante negoziato tra i Ventisette che nessuno ha voglia di intraprendere. Per questo la parola d'ordine è risolvere tutto entro le prossime elezioni europee di giugno 2009, quando si dovrà anche decidere la nomina del nuovo presidente dell'esecutivo Ue. Se questo è lo scenario, Zagabria può dormire sonni tranquilli, visto che non può realisticamente entrare prima del 2011. L'anno prossimo potrebbe completare i negoziati, poi ci vuole la firma del Trattato di adesione da parte di tutti i Ventisette e la relativa ratifica, che richiede almeno un anno e mezzo.

 

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