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Croazia, governo in galera (balcanicaucaso.org 28nov12)

In Croazia sta girando questa barzelletta: molti paesi hanno un governo ombra, ma solo la Croazia ha un governo in galera. Dopo che la settimana scorsa il Tribunale di Zagabria ha condannato in primo grado l’ex premier Ivo Sanader a 10 anni di reclusione, questa barzelletta diventa sempre più reale.

 

Solo una settimana prima che Sanader venisse condannato per corruzione e profitti di guerra, l’attuale vicepremier, Radimir Čačić è stato condannato in Ungheria a 11 mesi di prigione perché ritenuto colpevole di un incidente stradale in cui hanno perso la vita due persone.

 

Un mese e mezzo fa in carcere è finito l’ex vicepremier Damir Polančec, braccio destro di Sanader quando era premier. Polančec è stato condannato a 10 mesi di reclusione perché senza il via libera del governo aveva versato mezzo milione di kune (poco meno di 70.000 euro) a un avvocato per una consulenza mai fornita.

 

Ci sono altri due ex ministri del governo di Sanader che potrebbero finire dietro le sbarre: Berislav Rončević e Petar Čobanković. Rončević, ex ministro della Difesa nel governo Sanader, e in seguito anche ministro degli Interni, è stato condannato in primo grado a quattro anni di prigione per aver acquistato camion militari della peggiore qualità al prezzo più alto sul mercato. Un affare che ha danneggiato lo stato per circa 10 milioni di kune (1,3 milioni di euro) e si sospetta che quel denaro sia finito in parte nelle casse del partito HDZ, allora al governo, e in parte nelle tasche di privati.

 

Rončević è in attesa della decisione della Corte d’appello e se dovesse essere confermato il giudizio in primo grado anche lui andrà in carcere. E potrebbe andarci anche Petar Čobanković, il ministro dell’Agricoltura del governo Sanader, che ha ammesso la colpa ed è in attesa del processo. Persuaso da Sanader Čobanković per esigenze del suo ministero ha comprato un enorme ufficio da Stjepan Fiolić, ex deputato dell’HDZ e ricco macellaio di Zagabria. Il prezzo dell’immobile è stato sovrastimato e nell’indagine Fiolić ha ammesso che parte dei soldi della vendita dell’immobile l’ha versata a Sanader.

 

La barzelletta sul governo in galera, purtroppo, è triste realtà in Croazia. Potrebbe diventare ancora più triste, visto che l’ex premier condannato è in attesa di altre tre sentenze, relative a tre altri grandi processi.

 

Il più grosso scandalo nazionale, dove la piccola azienda di marketing Fimi-media, grazie all’intervento di Sanader, ha ricevuto enormi contratti pubblicitari da aziende statali e alcuni ministeri, sta aspettando infatti la sentenza del tribunale. Durante le indagini testimoni hanno precisato che Fini-media era una classica lavanderia di denaro sporco, luogo dal quale borse piene zeppe di euro e di kune transitavano nei fondi neri dell’HDZ, a disposizione esclusiva di Sanader. Gran parte di questo denaro, si è venuto a sapere dall’indagine, è finito nelle tasche proprio dell’ex primo ministro.

 

I dieci anni di prigione – tale la pena comminata la settimana scorsa a Sanader dal giudice del Tribunale di Zagabria Ivan Turudić – si riferiscono a due accuse: una provvigione illecita ricevuta dalla banca austriaca Hypo Bank e una tangente di 10 milioni di euro che avrebbe dovuto ricevere dalla compagnia petrolifera ungherese MOL.

 

Sanader verso la metà degli anni Novanta, mentre era ancora vice-ministro degli Esteri, aveva ricevuto provvigioni dall’allora piccola banca austriaca di Klagenfurt per 3,5 milioni di kune (poco meno di mezzo milione di euro) favorendo così l’attività di questa banca in Croazia.

 

Il secondo atto penale per cui il giudice ha condannato Sanader, si riferisce alla tangente di 10 milioni di euro, chiesti da Sanader per permettere alla compagnia petrolifera ungherese MOL di ottenere il diritto di amministrazione dell’INA, compagnia petrolifera croata che era di proprietà dello Stato. Nonostante MOL avesse circa il 47% delle azioni di INA, e il resto era dello Stato, con il contratto proposto da Sanader, MOL ha ottenuto i diritti di amministrazione come se fosse proprietario di maggioranza dell’INA, quindi come se avesse più del 50% delle azioni.

 

Durante la lettura della sentenza, durata quasi due ore, il giudice ha ribadito che Sanader ha anteposto il proprio tornaconto al bene generale, ha creato un sistema corrotto in cui le tangenti sono diventate una metastasi diffusa in tutta la società croata. Il giudice ha inoltre precisato che la pena inflitta non è solo un avviso per Sanader, ma per tutti i politici, attuali e passati.

 

La carriera politica di Sanader a questo punto è definitivamente conclusa, passerà alla storia come il primo premier croato finito dietro le sbarre. Ha vinto due volte le elezioni parlamentari e nei sei anni al potere, fino alle improvvise dimissioni durante il secondo mandato, verso la metà del 2009, ha governato la Croazia in modo autoritario. Per molto tempo è stato il favorito dell’Occidente, prima di tutto perché ha ripulito l’HDZ dalla dura destra di Tuđman e poi perché ha costruito un ponte con la minoranza serba in Croazia e ha guidato il paese in modo risoluto verso l’Unione europea. Ha impressionato l’Occidente con un fascino raro per i politici croati e col fatto che parla diverse lingue. Ma dietro quella piacevole e gentile facciata esisteva l’avida natura di Sanader che ha inteso il potere come mezzo per arrivare ad ingenti ricchezze. E per sfortuna dei cittadini croati, in questo crimine non è stato l’unico.

 

Drago Hedl 

www.balcanicaucaso.org 28 novembre 2012

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