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Croazia: da oggi vietato fumare nei locali (Il Piccolo 06 mag)

FIUME Da oggi in Croazia è proibito fumare dentro i locali pubblici quali ristoranti, bar, discoteche e simili. È l’effetto della Legge sulla limitazione del consumo dei prodotti del tabacco, detta altrimenti Legge antifumo, scattata circa sette mesi fa ma che finora riguardava istituzioni prescolastiche, scuole, facoltà e strutture sanitarie, con l’eccezione di ospedali e dipartimenti psichiatrici, dove invece ai pazienti è consentito fare una «fumatina».

Ai titolari degli esercizi pubblici sono stati concessi sette mesi di tempo (la normativa era entrata in vigore agli inizi dello scorso novembre), per dare loro modo di adeguarsi alla legge, strutturando i locali in modo tale da non violare il severo atto legislativo. La Croazia ha voluto così allinearsi a quanto avviene nell’Unione europea, copiando i Paesi che hanno detto basta a sigarette e sigari, dichiarando guerra totale al fumo. I proprietari di ristoranti, trattorie, pizzerie e altri centri di ristorazione possono permettere ai clienti di fumare nel locale solo se il locale è dotato di un’apposita sala, isolata e dotata d’impianto di aerazione.

In questo ambiente si potrà accendere una sigaretta ma ai fumatori non sarà servito né da mangiare né da bere. I clienti tabagisti dei locali che non disporranno di un vano adatto, dovranno mettersi l’anima in pace e fumare all’aperto. Diciamo quindi che ai proprietari dei bar è stata imposta una condizione ancora più rigorosa, poiché agli avventori sarà possibile fumare soltanto sulle terrazze all’aperto del locale e in nessun caso al chiuso. Un aiutino è stato concesso ai datori di lavoro, dato che i dipendenti potranno concedersi l’«amato vizio» in un ambiente tutto ed esclusivamente per loro. Passiamo alle pene pecuniarie: ogni fumatore colto in fallo dagli ispettori sarà passibile di multa fino a 1.000 kune, circa 135 euro. I dipendenti degli esercizi che permetteranno il fumo saranno puniti con ammende che andranno da 500 a 1.000 kune, ossia da 67,5 a 135 euro. Multe ben più pesanti per il proprietario del locale, che dovrà sborsare da 5 a 15 mila kune, cioè da 676 a 2.027 euro. Sia il cameriere che il padrone del locale hanno da oggi l’obbligo di avvisare i clienti che fumare al chiuso è proibito e, se la loro avvertenza dovesse risultare inascoltata, dovrebbero chiamare la polizia o il competente ispettorato.

«Ma non sarà così, perché nessuno di noi può sostituirsi alle forze dell’ordine – precisa Joso Tariba, presidente dell’Associazione quarnerino–montana dei ristoratori e proprietario del noto ristorante ”Amfora” a Volosca (Abbazia) –: inoltre non possiamo mica cacciare i clienti indisciplinati. Da parte nostra potremo chiedere gentilmente all’avventore di smetterla di fumare, mettere gli adesivi antifumo e rimuovere i portacenere. Vorrei proprio vedere l’ispettore che mi appiopperà una multa nel caso non dovessi allertare la polizia o i servizi d’ispettorato. Tutti dovremo fare esercizio di tolleranza». «Ci siamo ispirati al principio che i non fumatori debbono essere tutelati dai tabagisti – è quanto affermato dal ministro della Sanità Darko Milinovic –: voglio ricordare che il 68% della popolazione croata non fuma e noi vorremmo inoltre che il restante 32% la smettesse di rovinarsi la salute o almeno che limitasse il consumo dei prodotti del tabacco». Le statistiche croate non ammettono dubbi e sembrano un bollettino di guerra: ogni anno ben 10 mila persone muoiono per cause riconducibili al fumo attivo, mentre 3 mila decedono per il fumo passivo, su una popolazione di 4,5 milioni e mezzo di individui. Altissime inoltre le spese statali per la cura delle malattie causate dal tabagismo: si tratta di circa 3 miliardi di kune all’anno, sui 406 milioni di euro.

Andrea Marsanich

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