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Crisi? Pasta Zara cresce e assume (Il Piccolo 30 dic)

TRIESTE Con la crisi si mangia più pasta e i fatturati delle aziende del settore volano. Non fa eccezione Pasta Zara, secondo produttore italiano di pasta e primo esportatore, che ha visto passare il proprio giro d’affari dai 137 milioni di euro del 2007 ai 202-203 di quest’anno, con le vendite che sono aumentate complessivamente del 9%. Un incremento, quest’ultimo, migliore sia della media nazionale, che ha visto i consumi crescere del 7%, sia di quella globale, salita sempre nell’ultimo anno di circa il 6%. «In questi mesi la gente sta risparmiando sul carrello della spesa e, per farlo, sostituisce con la pasta alimenti più cari – spiega Furio Bragagnolo, ad di Pasta Zara -. Anche se il costo delle materie prime in questi ultimi due anni è salito molto, soprattutto nel 2007 (il consistente aumento del fatturato del comparto è dovuto per una parte significativa a questa precisa ragione, ndr), è pur vero che il pacco di pasta sugli scaffali dei supermercati mantiene un prezzo accessibile alle tasche di tutti.
In più, garantisce al consumatore una grande varietà di scelta». Sulla base dei dati registrati a novembre 2008 dall’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico, a Trieste, un chilogrammo di pasta di semola di grano duro ha un costo medio al consumo di 1,71 euro, con un prezzo massimo che può arrivare fino a 2,90 euro.

I due stabilimenti del gruppo, a Muggia e a Riese Pio X, in provincia di Treviso, hanno prodotto nei dodici mesi appena trascorsi circa 240mila tonnellate di prodotto finito. Nel 2007 l’output si era fermato a quota 215mila. Un trend positivo destinato a consolidarsi nei prossimi anni. «Su entrambi gli impianti abbiamo in mente di effettuare una serie di importanti investimenti strutturali» anticipa in proposito Bragagnolo. E aggiunge: «Una volta completati, questi interventi ci spingeranno ad assumere 60-65 nuovi dipendenti».

Andranno a sommarsi ai 230 attuali che, nella busta paga di dicembre, si sono visti riconoscere un significativo premio di produzione per i gli ottimi risultati conseguiti dall’azienda. «Lo prevede espressamente la nostra contrattazione di secondo livello – fa notare l’amministratore delegato di Pasta Zara -. Da tempo abbiamo previsto una serie di meccanismi d’incentivazione capaci di andare a premiare il singolo dipendente sulla base delle sue capacità e dei suoi meriti. A questo, poi, si aggiungono i compensi extra stabiliti per i diversi reparti che compongono la catena produttiva».

Su questo specifico punto, nei giorni scorsi ha fatto notizia la decisione della Divella di assegnare al proprio personale una mensilità di stipendio in più – che andrà ad aggiungersi alla tredicesima – alla luce del boom della domanda al quale il pastificio ha dovuto rispondere. Una domanda che già dai primi mesi del 2009 beneficerà anche della diminuzione del prezzo del grano, destinato ulteriormente a sgonfiarsi. Andrà ridimensionandosi la spinta speculativa mondiale che ha preso di mira tutte le commodities legate al nuovo business dei biocarburanti. Una bolla che aveva finito per «drogare» l’intero mercato cerealicolo globale. «Oggi registriamo ancora un costo della materia prima superiore del 100% rispetto al costo storico sugli ultimi 10 anni – osserva Bragagnolo -. Ma non dimentichiamoci che nei mesi scorsi l’incremento rispetto al valore storico era arrivato addirittura al 170-180%».

Nicola Comelli

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