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Così comincia il libro di Zecchi (Il Piccolo 14 set)

Così comincia ”Quando ci batteva forte il cuore”, il romanzo di Stefano Zecchi pubblicato da Mondadori.

di STEFANO ZECCHI

Mio padre mi ha insegnato a fischiare. Ci mettevo tutto il mio impegno per fargli vedere che avevo capito la lezione, come se a scuola mi stesse interrogando la maestra. Ma non c’era una volta che il cane mi ubbidisse. Correva via, indifferente al mio sgradevole sibilo, quasi volesse dirmi che il fischio, a cui dava retta, era un’altra cosa.

Mio padre sì che sapeva fischiare, e con lui Tommi non sgarrava: sembrava ipnotizzato dai suoi segnali. Io ce la mettevo davvero tutta: osservavo con attenzione per scoprire come lui serrava le labbra, come ci appoggiava le dita e modulava il soffio. Piccole variazioni che gli permettevano un’infinità di sfumature: il suo fischio era autorevole, suadente, ironico. Gli era possibile tutto, come se per lui cambiare il tono della voce o la modulazione dei sibili non facesse differenza. Provavo a imitarlo, inutilmente. Era una sofferenza: mi pareva inverosimile non riuscire in una cosa tanto semplice. Lo invidiavo per quella sua abilità, più spesso lo detestavo. Ancora non sapevo che i suoi fischi mi avrebbero salvato la vita.

Nel ’43, negli anni in cui a Pola la guerra si stava accanendo su di noi, preferivo stare con la mamma; mi aiutava a fare i compiti, mi accompagnava a scuola, soprattutto le confidavo i miei segreti.

© 2010 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano

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