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Conservatorio Tartini, fondi tagliati del 40% (Il Piccolo 20 ott)

Non solo università, non solo scuole pubbliche. A risentire dei tagli previsti dalla legge Gelmini saranno anche le istituzioni private, come il Conservatorio Tartini di Trieste, che già adesso trema per il prossimo anno scolastico, per il quale si prevedono tagli di fondi anche pari al 40 per cento. L'allarme è stato lanciato nel corso del convegno tenutosi ad Alghero a inizio ottobre sulla situazione nazionale del settore nel prossimo futuro. «Pure se non avremmo ripercussioni immediate con il prossimo anno in arrivo – ha spiegato il direttore del Conservatorio, Massimo Parovel – già per quello seguente prevediamo un taglio di finanziamenti calcolabile attorno al 40 per cento. Questo si rifletterà soprattutto sull'attività didattica».

In pratica, potrebbero mancare fondi per l'acquisto di libri, strumenti, per le spese amministrative, addirittura per il trasporto degli strumenti per i concerti. «In più – specifica Parovel – temiamo anche un ulteriore tagli ai finanziamenti che ci vengono attribuiti dalla Regione. Se infatti sono ridotti i trasferimenti agli enti regionali, è chiaro che anche i conseguenti finanziamenti subiranno una diminuzione. Ed è piuttosto grave, per il fatto tali fondi sono fondamentali per la nostra attività». In particolare, i finanziamenti delle Regioni vanno a supportare un settore piuttosto importante per il Conservatorio. «Dalla Regione riceviamo contributi per i corsi superiori sperimentali – spiega il direttore – che servono, ad esempio, a pagare i docenti a contratto. Anche in questo caso si prevede che i tagli supereranno anche il 40 per cento».

In questo momento, il conservatorio conta già 600 iscritti per il prossimo anno di attività, con ancora alcune ammissioni da perfezionare per cui si prevede di arrivare alle 630 presenze, alla pari con gli altri anni. Il dato ufficiale e definitivo verrà presentato l'11 novembre, in occasione dell'apertura dell'anno accademico. Secondo Parovel, la situazione non è allegra. Gli organici sono congelati e immutati ormai da dieci anni. «La situazione di stallo esistente è gravissima – ha specificato Parovel – perchè il reclutamento è legato ancora alle vecchie classi di concorso, mentre i nuovi corsi del segmento superiore hanno modificato le discipline di insegnamento e richiesto l'introduzione di oltre cento specifici settori disciplinari».

Accanto a questi profili si è finora vanamente segnalato che devono essere aggiunte alcune figure inesistenti e da tempo necessarie come tecnici informatici o assistenti di biblioteca. L'allarme per la sorte dei conservatori italiani era scattato ancora questa estate, quando il ministro Mariastella Gelmini alla Camera dei Deputati aveva affermato che «settanta conservatori sono troppi, dobbiamo selezionarne solo alcuni. Degli altri, se proprio vorranno, se ne occuperanno gli enti locali» (e.o.)

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