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Conservatorio Tartini: corsi dimezzati? (Il Piccolo 12 nov)

di ELISA COLONI

TRIESTE. Partenza col brivido. Il Conservatorio Giuseppe Tartini ieri ha inaugurato il 106esimo anno accademico, e lo ha fatto all’insegna dell’amarezza e della preoccupazione. La nota stonata, per la scuola di musica triestina, è simile a quella di tanti altri istituti di formazione: i tagli ai finanziamenti statali, che potrebbero togliere dalle casse del Tartini 80mila euro, minacciando lo svolgimento di alcune attività importanti, come i concerti pubblici del mercoledì e alcuni corsi innovativi, tra i quali biblioteconomia.

Anna Illy e Massimo Parovel, rispettivamente presidente e direttore del Tartini, ieri mattina, durante la relazione sull’avvio dell’anno accademico 2008-2009, non hanno nascosto di temere la possibile nube oscura della razionalizzazione. Il solo Tartini, infatti, il prossimo anno potrebbe perdere circa 80mila euro, ovvero il 40% dei finanziamenti ministeriali necessari al funzionamento amministrativo e didattico della scuole di musica, complessivamente pari a 200mila euro (altri fondi arrivano da Regione e Provincia).

Ma la contrarietà alla possibile diminuzione delle risorse pubbliche a favore del mondo accademico e scolastico è stata manifestata anche dalla Cgil, che ieri sera ha dato vita a una manifestazione di protesta contro i tagli previsti su questo fronte dal Governo. Il sit-in si è svolto durante il concerto che alle 20.30 ha inaugurato ufficialmente l’anno accademico del Tartini, tenutosi alla sala De Banfield-Tripcovich.

Tornando alla presentazione dell’anno accademico di ieri mattina, il direttore del Tartini Massimo Parovel ha espresso la «viva preoccupazione per la situazione in cui giace il sistema nazionale dell’Alta formazione artistica musicale e coreutica italiana, l’Afam, parificato nel 1999 al sistema universitario. Questo sistema – ha spiegato Parovel – in cui rientra anche il Tartini, è sottofinanziato rispetto agli investimenti nella formazione artistica degli altri Paesi europei. I fondi statali avevano già subito nell’esercizio 2006 un taglio del 34% rispetto al 2005. E tendono ad assottigliarsi di anno in anno – ha aggiunto il direttore del Conservatorio -. Sulla testa del Tartini, che è la seconda ”azienda” musicale della Regione dopo il Teatro Verdi, pesa la minaccia di un cospicuo taglio, che ci farebbe ripensare a un drastico ridimensionamento dell’attività. Dove taglieremmo? Sui concerti del mercoledì offerti alla città e sui corsi innovativi, fiori all’occhiello di questo istituto. Senza contare – ha aggiunto – la diminuzione che si renderebbe necessaria sul fronte degli scambi di studenti e docenti con scuole straniere, che oggi sono una trentina all’anno. E ancora, sulla manutenzione e il rinnovo del parco strumenti».

«Ci auguriamo che i tagli non diventino realtà – ha sottolineato Anna Illy – perché il Tartini è un’istituzione che va mantenuta, che deve continuare a costruire progettualità e sulla progettualità. Ci servono i finanziamenti per garantire insegnamenti sempre più articolati. Quest’anno, ad esempio, è stato introdotto per la prima volta un corso di fisarmonica».

Se da Roma, dunque, arriva lo spauracchio dei tagli, Trieste non fa mancare il suo sostegno alla scuola di musica. È grazie al 5 per mille, infatti, che il Conservatorio è riuscito ad assicurarsi circa 7mila euro da utilizzare per borse di studio e sussidi per gli studenti. Proprio alcuni di questi premi sono stati assegnati ai giovani musicisti ieri sera, durante il concerto d’inaugurazione alla Tripcovich.

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