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Codarin: la strada è ancora lunga

Se l’ala radicale del mondo degli esuli reagisce alla provocazione con una provocazione, la voce federativa si pone davanti all’oltraggio di Basovizza con una constatazione: la via della pacificazione, checché ne dica Dipiazza, rimane lunga. Non è così esplicito, però lo fa capire, Renzo Codarin. il numero uno triestino dell’Anvgd, l’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. «C’è tanta imbecillità nel gesto – premette – ma va detto anche che siamo innanzi alla dimostrazione che la strada intrapresa per trovare e affermare il rispetto tra le vittime, una strada corretta e non ne abbiamo dubbi, è ancora lunga». Non commenta, Codarin, la copertina di ”Playboy”: «Lo sfregio di un posto sacro è ben più grave. E dimostra come, in alcuni ambienti sloveni, il superamento di certi schemi sia ancora incompiuto».

Dipende, però, da quali sloveni, è il concetto che vuole far passare a sua volta Franco Bandelli, un decennio in An prima della candidatura indipendente a sindaco con ”Un’altra Trieste”: «Il nostro problema non è chi vive nel Carso, che è anzi un valore aggiunto, tanto che se diventerò io sindaco farò un assessorato con delega al Carso che potrebbe anche essere gestito da un esponente della minoranza. È la Slovenia ad essere cento anni indietro. La nostra città dimostra apertura con il concerto di Muti e Pahor al Verdi – aggiunge Bandelli, che del Playboy sloveno ha da ridire solo sul parallelismo tra liberazione di Trieste ad opera dei partigiani e quella della donna triestina dai suoi vestiti – mentre Turk va a Roma e chiede le tele istriane e quando viene a Trieste non rende omaggio alle foibe. Eppoi tutta la concorrenza sleale su benzina, tabacchi, trasporti, odontotecnici e centri commerciali…». Bandelli ne ha anche per l’assenza delle telecamere alla Foiba: «Dove sono i soldi per la sicurezza sbandierati dalla Lega? O la Lega non li dà o Dipiazza non li usa».

(pi.ra. su Il Piccolo del 14 febbraio 2011)

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