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Claudio, polesano, ha bisogno del vostro aiuto

Riportiamo la toccante testimonianza di Claudio, esule da Pola, che chiede aiuto a tutta la nostra comunità. Al termine del suo scritto troverete come poterlo sostenere.

 

Mi chiamo Claudio D. , ho 57 anni e penso di avere qualcosa in comune con chi avrà la pazienza di leggermi e di ascoltare il mio cuore. La mia citta’ natale è Pola, intrisa di ricordi indelebili, un passato a volte doloroso e indecifrabile.
Ufficialmente i miei genitori se ne andarono nel ’55 ma spesso papà vi ritornava con me perche’ lì viveva la sua famiglia d’origine. Non comprendevo quella vita. La mia infanzia, la mia adolescenza spezzate da traslochi da case, da campi profughi, alla ricerca di una serenita’ che mamma e papa’ imploravano quasi tutti i giorni. Un altro mistero che cercavo di risolvere erano quei dialoghi nati sottovoce che i miei amati genitori interrompevano in mia presenza. Persone, loro amiche, scomparse, uccise.
Ma perche’? si chiedevano. Dai miei 18 anni in poi ero riuscito ad ottenere rare, incomplete e sofferenti risposte. Anni trascorsi a indagare su un passato nebuloso, denso di ferite e con poche cicatrici;  anni che sono stati determinanti per la mia vita, soprattutto nella mia formazione ed evoluzione interiore. La parola FOIBE era lì, nella mia testa e nel mio cuore, per farmi capire che hanno vissuto e provato mia madre e mio padre. Oggi? Oggi vivo giorni inconsueti, sorprendenti: per la prima volta nella mia vita sto tentando contatti veri, vivi, con la mia gente. Per riassaporare il dialetto, non utilizzato da anni, per ascoltare le origini, le radici, i dolori dei miei simili.
Non so se questa partita avra’ un senso. Sono venuto a Roma pochi mesi fa, in circostanze a dir poco drammatiche. Il mio migliore amico, segretario e autista per 25 anni, se n’e’ andato gettandomi in un tunnel di dolorosa povertà. Molti anni fa, insieme con la sua compagna, mi aveva sostenuto quando avevo perduto, per malattia, il mio amatissimo figliolo di 9 anni. Ed ora, per un tumore al polmone, il buon Dio aveva chiamato a sé un altro mio punto di riferimento. Tra me e questo amico carissimo c’era un affetto puro, non ambiguo, da padre a figlio. Non mi ha mai deluso come persona, era molto affidabile, anche professionalmente. Io, per vivere, scrivevo.
Per volontariato, da anni collaboravo nelle case famiglia come psicoterapeuta. Non per denaro, bensì per mia chiamata interiore. Questa, in sintesi, la mia vita. Oggi, distrutto da questo dolore e da questa improvvisa poverta’ sono ospite in un centro di accoglienza a Roma, destinato a essere chiuso tra pochi giorni. Non amo fare la vittima ma sono consapevole che la mia esistenza è arrivata al capolinea. Sono stato derubato di tutto, ma proprio di tutto, dalla famiglia di questo mio amico. Da mesi non ho nulla in tasca. Ma non mi importa, meglio avere cervello e cuore puliti, puri, non inquinati.
Grazie per avermi letto.

Ora tocca a noi. Come avete letto, Claudio ha bisogno proprio di tutto. Una abitazione, una coabitazione o un semplice tetto sotto il quale trovare riparo, la possibilità di passare un periodo sereno, il ritrovare la "sua gente", un sostegno economico.

Chi volesse offrirgli un po' della serenità che merita, può contattare Claudio al suo numero di telefono 320 2108340.

Chi volesse donargli un sostegno economico tramite noi, può inviare qualsiasi cifra sul conto corrente postale 52691003 intestato ANVGD Roma, indicando nella causale PRO CLAUDIO.

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