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Ciampi, un Presidente sensibile alle vicende del confine orientale italiano – 17set16

 

Carlo Azeglio Ciampi è stato un Presidente della Repubblica che ha saputo comprendere la vicenda degli esuli istriani, fiumani e dalmati ed accostarsi con sensibilità umana ed istituzionale alle problematiche delle Foibe, dell’Esodo e del travagliato dopoguerra giuliano.
Non solo Ciampi appose la firma che promulgò ufficialmente la Legge 92 del 30 marzo 2004 che andava ad istituire il Giorno del Ricordo, ma già il 10 febbraio 2004, con l’iter parlamentare della legge ancora in corso, il Presidente, avendo compreso l’importante valore simbolico della data per la comunità dell’Esodo, partecipò ad una cerimonia all’Altare della Patria – l’unica, ad oggi, celebrata con la presenza di un picchetto d’onore interforze al cospetto della tomba del Milite Ignoto – assieme ad una nutrita delegazione di esuli provenienti dal Quartiere Giuliano-Dalmata di Roma.
Ancor prima (febbraio 2000) Ciampi si era recato in visita ufficiale alla Foiba di Basovizza, rendendo così omaggio a tutte le vittime italiane dell’apparato repressivo del regime comunista di Tito: all’epoca il sottoscritto era Presidente della Provincia di Trieste ed ha potuto constatare in prima persona l’interesse dell’allora Presidente della Repubblica nei confronti della storia e della memoria del popolo giuliano-dalmata, nonché la sua profonda commozione durante la visita al Monumento Nazionale della Foiba di Basovizza.
In seguito avrebbe concesso la Medaglia d’Oro al Valor Civile alla Memoria di Pietro Addobbati, Erminio Bassa, Leonardo Manzi, Saverio Montano, Francesco Paglia e Antonio Zavadil, le vittime della repressione del Governo Militare Alleato nelle giornate di Trieste del novembre 1953. Nelle cerimonie del 2004 che celebrarono i cinquant’anni del ritorno dell’Italia a Trieste, lo staff presidenziale collaborò fattivamente con le istituzioni giuliane per celebrare nel migliore dei modi la ricorrenza ed il discorso tenuto da Ciampi a Trieste quel 4 novembre avrebbe evidenziato l’indissolubile legame non solo della città di San Giusto, ma anche di tutto l’Adriatico orientale italofono con la storia delle guerre d’indipendenza e di liberazione italiane.
Il decimo Presidente della Repubblica italiana, insomma, ha saputo inserire la complessa vicenda del confine orientale nel suo discorso patriottico di ampio respiro che portò al recupero dell’Inno d’Italia e del Tricolore, nella riscoperta dei valori risorgimentali da lui promossa e nella sua elaborazione di un patriottismo italiano declinato nel contesto europeo.
L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, esprimendo il proprio cordoglio per la morte del Presidente emerito, auspica che il Quirinale, in continuità con tale approccio, sappia proseguire su questo illuminato percorso, con particolare riferimento all’imminente ricorrenza del settantennale del Trattato di Pace di Parigi.

 

Cav. Renzo Codarin
Presidente Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia

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