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Caracas: cambiano gli anni ma non le radici (CDM 08 lug)

L’impegno della Regione FVG per far conoscere i legami con i giuliani nel Mondo, continua. Proprio nei giorni scorsi è stata inaugurata un’altra tappa della mostra ormai divenuta itinerante e intitolata “con le nostre radici nel nuvo m illenni” a cura dell’Associazione Giuliani nel Mondo di Trieste. Esposizione che, di volta in volta, oltre a presentare un’introduzione generica che propone un percorso storico delle motivazioni dell’emigrazione stessa, si avvale di una seconda parte di pannelli specifici sull’immigrazione nei luoghi in cui la mostra si svolge. Così, in concomitanza con la presenza a Caracas del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, che ha avuto un incontro con i rappresentanti della Collettività italiana (Comites, CGIE e Cavenit) e nel  quadro del VI Festival Italiano “De Italia para Venezuela” si è svolta la cerimonia inaugurale della mostra storico-documentaria sull’emigrazione giuliana nel mondo ed in particolare nell’America Latina, intitolata “Con le nostre radici nel nuovo Millennio” che l’AGM di Trieste e l’Associazione Giuliani Venezuela hanno realizzato presso il Club italo-venezuelano con alcune pagine importanti che raccontano la storia delle famiglie giunte decenni fa in quella località.

I contenuti dell’iniziativa, organizzata grazie al contributo della Regione FVG e la collaborazione dell’Ambasciata d’Italia, dell’Istituto Italiano di Cultura e della Camera di Commercio italo-venezuelana, sono stati illustrati alle Autorità ed ai corregionali emigrati nel Paese sudamericano dal  Presidente dell’AGM, Dario Locchi, e da Moises Maionica, Presidente dell’Associazione Giuliani Venezuela.

“La nostra Regione – ha rilevato Locchi in questa occasione – è quanto mai convinta che sia prezioso, anzi una ricchezza vera e propria, il rapporto che il FVG riesce ad instaurare con la nostra emigrazione all’estero. Noi cerchiamo di perseguire risultati importanti con la creazione di nuovi circoli, il consolidamento di quelli esistenti attraverso iniziative come questa che testimonia il contributo delle nostre genti alla crescita dei Paesi di destinazione”.

Alla cerimonia d’inaugurazione sono intervenuti il dott. Alberto Pieri, Primo Consigliere d’Ambasciata, il Presidente del Club italo-venezuelano, Mario Chiavaroli,  Martina Vardabasso  dell’Istituto Italiano di Cultura ed il direttore dell’ICE, Alfredo Giorni.

Come riporta il quotidiano bilingue “La Voce”, di Caracas, la mostra ha ottenuto un notevole successo di visitatori nei sei giorni di apertura.

Locchi ha avuto inoltre numerosi colloqui ed incontri col Presidente del Fogolar Furlan di Caracas, Enzo Gandin, con Amadeo Di Lorenzo e Jean Pietro Cattabriga della Camera di Commercio italo-venezuelana e con il Nunzio apostolico in Venezuela, Mons. Giacinto Berloco.

L’associazione Giuliani nel Mondo, nata nel 1970 e casamadre di 60 circoli nei vari continenti tra cui quello del Venezuela coordinato da Moises Maionica, è "punto di riferimento per tutti gli emigranti dalle province di Trieste e Gorizia e dai territori di Istria, Fiume, Zara e Dalmazia, ceduti alla ex-Jugoslavia dopo la seconda guerra mondiale", ha speigato il Presidente Dario Locchi ai giornalisti presenti all’evento incuriositi da questa doppia denominazione di emigrati-esuli.

"Quella giuliana – ha spiegato Locchi – è un’emigrazione motivata dalle travagliate vicende storico politiche che hanno travolto il territorio più che da mere motivazioni economiche. Fino al 1954  Trieste viveva una profonda incertezza, divisa com’era tra il controllo alleato e jugoslavo. Dei 350 mila esuli dalle terre cedute alla xx Jugoslavia un terzo si è fermato a Trieste cambiando radicalmente il profilo della città, un terzo si è spostato in altre regioni italiane ed, infine, un terzo si è rivolto all’estero. Si tratta quindi di una doppia emigrazione – continua Locchi – in quanto prima di sbarcare in America, in Australia o in Africa molti nostri corregionali sono passati per i campi profughi triestini o di altre città. Un decimo dei giovani, inoltre, ha abbandonato le terre giuliane dopo il 1954 in quanto, una volta estinta la presenza degli alleati che in nove anni avevano creato un proprio organismo economico, era arrivata la crisi. E così i 20 mila ragazzi che lavoravano nella polizia civile o nei cantieri angloamericani, e quindi conoscevano l’inglese, decisero di andarsene". “Non sono concetti facili da spiegare – dichiara il Presidente Locchi al nostro giornale – come non è facile mantenere il legame tra queste persone e il nostro territorio composito. L’Associazione Giuliani nel Mondo si attiva con numerose e disparate iniziative poiché è fondamentale considerare i nostri migranti non solo come identità culturale da salvare o partner in un rapporto nostalgico, ma come avamposto italiano prezioso anche nel mondo economico e del business".

A tale scopo sono diversi gli strumenti attivati attraverso l’Associazione. "Da dodici anni, con il finanziamento della Regione, organizziamo stage annuali per una quindicina di giovani discendenti giuliani– spiega il presidente Locchi –. Per due settimane, completamente spesati, questi ragazzi hanno la possibilità di conoscere il territorio dal punto di vista non solo meramente turistico. Gli offriamo la possibilità di conoscere uno spaccato del mondo culturale, istituzionale, associazionistico, economico e della ricerca. C’è poi il corso "Origini" della scuola di management Mib di Trieste, con due mesi di teoria e due di pratica. Infine, – prosegue – si promuovono convegni continentali giovanili. Il prossimo, a Puerto Alegre in Argentina, sarà aperto a tutti i sudamericani di origine giuliana. Ma la nostra associazione pensa anche agli anziani, soprattutto indigenti, organizzando soggiorni di viaggio gratuiti. Quindici giorni a Trieste è un’occasione preziosa per chi, quasi sempre, dopo essere emigrato, non è più tornato a casa".

Rosanna Turcinovich Giuricin

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