Budicin (Anvgd Roma) premiata a Istria Nobilissima 2021

L’Unione Italiana ha pubblicato i nomi dei vincitori della 54.esima edizione del Concorso d’arte e di cultura Istria Nobilissima, tra i quali segnaliamo Giuliana Eufemia Budicin (dirigente del comitato provinciale di Roma dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e della Famia Ruvignisa, nonché consigliere nazionale dell’Anvgd) che ha conseguito la menzione onorevole nella Categoria Cittadini residenti negli altri Paesi di origine istriana, sezione Prosa narrativa e poesia.

Il suo saggio “Vincenzo Fasolo e Giuseppe Pagano: due visioni alternative all’architettura di regime” è stato giudicato Un capitolo della grande architettura italiana […] .

La dott.ssa Budicin ci ha gentilmente inviato un abstract di questo suo lavoro.

Vincenzo Fasolo (Spalato 1885 – Roma 1969). Il padre, professore, lasciò con la famiglia Spalato a seguito del primo esodo dalmata, e Vincenzo giunse a Roma all’età di 15 anni, dove divenne ingegnere civile. Rimase sempre legatissimo alla sua Dalmazia, tanto da diventare presidente della Società Dalmata di Storia Patria. Ricoprì numerose cariche importanti, quali architetto della Reverenda Fabbrica di San Pietro e presidente dell’Accademia di San Luca.  Fondatore a Roma della Scuola di Architettura, docente universitario e autore di vari testi importanti,  ha lasciato opere insigni e famose nella capitale, quali il ponte Duca d’Aosta,  e in altre località nonché il palazzo comunale di Zara.

Giuseppe Pagano Pogatschnig   (Parenzo 1896 – Mauthausen 1945). Figlio di un illustre rappresentante dell’irredentismo, Antonio, che divenne deputato del Regno, nel 1915 si arruolò volontario nell’esercito italiano, rischiando la pena capitale quale suddito austriaco,  e nel 1919 partecipò all’impresa di Fiume. Nel 1924 si laureò al Politecnico di Torino e divenne presto uno dei più famosi e influenti rappresentanti del razionalismo in architettura. Si arruolò volontario anche allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, comprendendo però in un secondo momento l’impossibilità di conciliare la sua visione della società e dell’architettura con la piega assunta dal fascismo. Aderì alla Resistenza, catturato dai tedeschi fini nel campo di  concentramento di Mauthausen dove morì.  Tra le sue opere più importanti, l’Istituto di Fisica dell’Università di Roma e la Bocconi di Milano.

Vincenzo Fasolo e  Giuseppe Pagano, per la loro carriera e per le loro opere, si devono inserire a ragione in quella illustre schiera di personalità che rappresenta, anzi incarna, il dialogo che unisce da sempre la cultura e la storia dell’arte delle due sponde dell’Adriatico e che si spera continui, nonostante i colpi dell’avversa fortuna, causa della drastica riduzione della popolazione italofona.

Le posizioni dei due architetti furono però radicalmente diverse. Vincenzo Fasolo, influenzato da una corrente tradizionale e pittoresca che si collocava nel filone che aveva visto, in particolare a Roma, la nascita di grandi interventi con un gusto medievaleggiante e aveva i suoi maestri in Giovannoni e Marconi, predilesse sempre l’insegnamento della storia e del disegno. Pagano fu invece un personaggio più controverso che non si risparmiò né nell’attività politica né in quella di architetto, aderendo ai principi del Movimento Moderno e impregnandoli di forte contenuto sociale. In un momento in cui si imponeva quello stile imperiale e fascista, che in Marcello Piacentini ebbe il suo più fortunato esponente, si batté sempre per diffondere i principi di una nuova architettura a servizio della società.

Con questo saggio su  Vincenzo Fasolo e Giuseppe Pagano-Pogatschnig si intende dare un piccolo contributo al dovuto riconoscimento all’opera dei due  grandi architetti di origine istriana e dalmata, che ancora non gli è stato riconosciuto nelle loro città natie, Spalato e Parenzo.

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