di Enrico Serra
Giorni fa Mario Cervino, uno dei Muli, mi ha inviato alcune copie della "Zanzara", circolare dei Muli del Tommaseo, ed un bellissimo libro di Ennio Milanese "Il ricordo più lungo – L'esodo nei ricordi di 30 Muli del Tommaseo".
Devo ammettere che sono stato pervaso da grande commozione nel leggere le storie dei tanti ragazzi di Fiume, Zara, Trieste accolti nel Collegio brindisino per terminare gli studi. Mi ha colpito, inoltre, che, in ogni loro parola, in ogni loro riferimento, in ogni ricordo, sia espressa malinconia e, nello stesso tempo, gioia per avere trovato amore sincero per la città di Brindisi e di essere stati accolti con fraternità, così come si accolgono i parenti e gli amici cari.
Dice Ennio Milanese nel suo libro: "Gli allievi conserveranno un magnifico ricordo della città di Brindisi e del suo Collegio, ricordi che saranno rinverditi nel 1986 in occasione del primo raduno concomitante con la costituzione della Libera Unione Allievi del Tommaseo,che poi divenne Libera Unione Muli del Tommaseo".
Nel libro del Milanese sono gli stessi esuli a raccontare le loro storie. Pagine veramente toccanti. I protagonisti sono gli studenti del Ginnasio Liceo Marzolla, dell'Istituo Commerciale Guglielmo Marconi e dell'Istituto Magistrale, ossia gli studenti esterni; gli interni, invece, studiavano nel Liceo Scientifico e nel Nautico, istituti per i quali era stato appositamente aperto il Collegio.
Nel libro il comandante Ervio Dobosz, fiumano, dice: "E così cominciò la mia vita collegiale, per niente monotona ma sempre viva, di cui sono orgoglioso, perchè dopo essere stato gratificato da un grande calore familiare, l'ambiente del Tommaseo, peraltro creato da tutti i Muli, mi ha forgiato e modellato per compiere degnamente il mio dovere di cittadino".
Mario Cervino, racconta del suo arrivo a Brindisi: "Papà mi accompagna sino a Brindisi, viaggio lunghissimo che si protrae per circa 21 ore tra panorami completamente nuovi per me, che per la prima volta scendo nel meridione d'Italia. Un tentativo di pernottamento in un albergo cittadino fallisce per il tentativo di mio padre di accettare "camera con coperta", giustificato con un suo laconico "Non mi piace questo posto"!. E' ormai notte fonda, quando, arrivati sulla banchina di fronte al Marinaio d'Italia, decidiamo che l'indomani avremmo proseguito per il Collegio Niccolo Tommaseo, che ci indicano in lontananza dall'altra parte del braccio d mare".
Nel capitolo Sessant'anni dopo-1946-2006, si parla della città di Brindisi, pulita ed ordinata, dal clima mite d'inverno, caldo e ventilato in estate, degli abitanti cordiali e generosi, con un grandissimo senso dell'ospitalità, che solo le genti del mezzogiorno hanno nel loro patrimonio genetico.
Gli allievi ricorderanno per sempre il passeggio domenicale, che solo in seguito hanno saputo, chiamarsi "Struscio".
Non possono essere dimenticati nè i bagni a Forte a mare, nè le varie osterie (senza la acca davanti come oggigiorno) ove si beveva un Malvasia di Puglia. E come obliare i leggendari fichi di Casale: sfarinati al forno, mandorlati a collana, pressati, forse i primi integratori alimentari biologici dell'era moderna. C'era poi un altro vino che si trovava all'osteria Monaco, ed era l'Aleatico. Ed un posto d'onore deve essere riservato ai ceci, che costituivano la primaria fonte di proteine vegetali, legumi che gli ex allievi ritroveranno nel piatto in occasione del loro primo raduno, in quel di Lazise, nell'ottobre del 1986.
Ciò è scritto da alcuni Muli nel libro di Milanese, ed è riportato fedelmente.
Il periodico dell'Associazione "la Zanzara" racconterà delle riunioni dei Muli del Tommaseo all'insegna della amicizia, fra canti e ricordi degli anni passati, da giovani, a Brindisi. Negli "accademisti", come qualcuno li chiamava in città, c'è riconoscenza, per chi li aveva accolti con amore.
I Muli che hanno parlato del loro soggiorno a Brindisi, presso il Collegio Tommaseo, sono molti: Carlo Maria Rota, Massimo Gustincic, che dovette fuggire da Fiume, e come racconta, ritroverà nel collegio brindisino, serenità e gioia di vivere. E poi, Nini Piccolo, Ezio Stefani, Egone Ratzenberg, Giulio Scala, Bruno Turina, Giovanni Pence Benussi, Aldo Marzona e, tanti altri. Veramente tanti.
Nel suo pezzo "Rivedrò Brindisi?", Ennio Milanese, dice: "Il Tommaseo sta per chiudere. Non vi sarà più ritorno a Brindisi. Addio Monumento al Marinaio!. Ultima camminata, la discesa, la SACA, salita, Porta Mesagne, Piazza Cairoli, stazione. Il convoglio inghiotte gli ultimi passeggeri. Sfumavano all'orizzonte la bianca nave ancorata nel seno di ponente, la scalinata, la canottiera e gli impianti sportivi".
Ennio Di Stefano, sulla Zanzara, parla di un viaggio effettuato in Puglia, Alberobello, Castellana, Torre Canne e poi Brindisi.
Era il maggio del 2005, raduno dei Muli del Tommaseo a Brindisi. Questo avvenimento è citato sulla Gazzetta del Mezzogiono, cronaca di Brindisi, dalla giornalista Gianrosita Fantini.
Sempre Ennio Di Stefano: "Giro in lancia al seno di ponente del porto, passiamo davanti al Monumento al Marinaio d'Italia, e, poi, piano piano fra gli alberi spunta ciò che resta del Collegio. C'è la scalinata, e, c'è ancora l'impronta della scritta N. Tommaseo. La lancia sbanda sulla dritta perchè siamo tutti la: tutti guardano e pochi parlano. E' stato molto commovente e bello.
Mi piace citare "A Cuore aperto -Lettera aperta alla città di Brindisi -, scritta da Ennio Milanese sul suo libro "La Nave del Tommaseo". "Carissima Brindisi, qualcuno troverà strano che io scriva una lettera ad una città… e, qui è l'errore, perchè tu hai dimostrato nei miei confronti, ancora 50 anni fa, di avere oltre ad un corpo anche un'anima e lo testimonia il fatto che in nessun altro luogo come da te mi sia sentito così poco straniero in Patria…
Il nostro, cara Brindisi, non è stato amore a prima vista, sarebbe stato effimero come le passioni giovanili, però è stato amore sincero e duraturo, questo si. I tuoi figli oltre la stima e la comprensione istintiva, mi hanno voluto bene, e mi hanno accolto come un fratello anche se sconosciuto…
Poi il destino e le alterne vicende della vita ci hanno separato fisicamente, senza però riuscire a recidere quel sottile filo di ricordi, senzazioni, profumi di salsedine e di pineta".
Io, personalmente dico grazie a Milanese, perchè questo è il vero senso della vita.
Oggi, sono passati più di sessanta anni, e non sono pochi. Non siamo più quelli che eravamo allora. I capelli sono andati (veramente i miei erano quasi andati già allora…), i lineamenti del viso sono cambiati; ci siamo, forse, anche un po' arrotondati. Ma il nostro cuore è sempre lo stesso, giovane e palpitante per amore, amicizia e riconoscenza.
Forse avrò dimenticato di citare qualche nome, qualche ricordo, qualche avvenimento, e, forse avrò anche fatto un po' di confusione nelle date. Ma, credo di potermi far perdonare per qualche incertezza ed omissione. Come?
Io, per quel che conto, grazie alla amicizia, all'amore, alla fratellanza, considero i Muli del Tommaseo, Cittadini onorari della Citta' di Brindisi.
Non solo. Dal momento che, quanto prima, il vecchio Collegio Tommaseo sarà ristrutturato (per la felicità dei Muli e dei brindisini), vorrei che la città non dimenticasse questi ospiti "giuliani" che han passato i loro anni più belli, lontano dai loro amori, dalle loro case, dalle loro città, ospiti cari a Brindisi.
Propongo, pertanto, di ricordarli, in una sala del nuovo Collegio Tommaseo, con una targa commemorativa che segni il loro passaggio in quegli anni del dopo guerra.
Credo che sia il meno che potremmo fare per ricambiare il loro amore per Brindisi ed i brindisini.
Chiudo con saluto a tutti, citando ad alta voce, il vostro grido prima di ogni avvenimento sportivo:
H2O H2O H2O- A E I O U ISSA
ENRICO SIERRA